Lussana, l’ira del preside «La Digos doveva intervenire»

Tutti uniti in difesa del Lussana. Con qualche polemica. Oggi il liceo scientifico riapre in piena regola, dopo l’occupazione della parte storica della struttura, iniziata martedì mattina e terminata giovedì sera, lasciando dietro di sé una quantità di danni. E dopo la riapertura a singhiozzo di ieri, con 43 aule agibili e tutta un’ala chiusa.

LA STIMA «I danni non sono ancora stati quantificati – rileva il preside Cesare Quarenghi –. Anche se in mattinata i tecnici della Provincia hanno redatto un primo computo metrico. Mi auguro che non superino i 10 mila euro, ma è solo il mio augurio». Il preside era rientrato nell’istituto, con i docenti e una squadra della Digos, giovedì pomeriggio, scoprendolo devastato.

Intanto continua l’inventario dei danni lasciati dagli occupanti: rovinati i dischi fissi dei computer della segreteria amministrativa, fuori uso il centralino della scuola mentre le linee telefoniche sono state ripristinate nel pomeriggio di ieri così come il server del sito internet; rovinati alcuni pavimenti con degli acidi, divelta una porta e tagliati i materassini della palestra. Ai danni alle strutture si aggiungono anche i distributori di merendine scassinati durante l’occupazione.

LA POLEMICA Domani e lunedì il liceo scientifico ospiterà le elezioni per il rinnovo del Consiglio di Istituto. Il preside si sfoga e non nasconde qualche perplessità su come le forze dell’ordine hanno gestito la vicenda. Quarenghi aveva già esposto una denuncia poche ore dopo l’occupazione della scuola. «La scelta delle forze dell’ordine di non intervenire per disoccupare la scuola – spiega Quarenghi – ha permesso a questo gruppo di vandali, da una parte di continuare a compiere danni alle strutture e, dall’altra, di permettere di abbandonare la scuola in tutta tranquillità senza individuare i responsabili. Il rischio di questo metodo, che non condivido, è di far passare il messaggio che questi atti illegali vengano tollerati e che sia irrilevante una condanna».

Il questore di Bergamo, Salvatore Longo , sentito per rispondere alle critiche di Quarenghi, non lascia spazio alla querelle e taglia corto: «Non commento queste dichiarazioni».

LA POLITICA Anche il mondo politico bergamasco scende in campo a difesa del Lussana e fa sentire la sua voce. La Sinistra Giovanile si «esprime in modo netto e deciso contro gli atti di inciviltà che si sono verificati durante l’occupazione del liceo Lussana. Non siamo di certo contrari alle occupazioni e alle autogestioni, ma devastare la propria scuola per contestare la Moratti ci sembra un atteggiamento che non possiamo che definire da "veri ignoranti". Non rappresentano nessuno se non loro stessi».

Un ordine del giorno urgente per il prossimo Consiglio comunale è stato presentato dai gruppi di Lega, Forza Italia, An, Udc e Lista Veneziani per chiedere la «condanna delle occupazioni dei licei Lussana e Sarpi ad opera di una ristrettissima parte degli studenti».

Il documento, inoltre, rimarca l’importanza dei valori della democrazia e del confronto dialettico nei rapporti interni al corpo studentesco e tra gli studenti e le altre componenti scolastiche. E sollecita «l’intervento della Questura e della magistratura per individuare i responsabili dei vandalismi e dei furti avvenuti durante le occupazioni». Infine, invita i presidi e i consigli d’istituto «a prendere adeguati provvedimenti disciplinari nei confronti degli occupanti».

I DOCENTI Gli atti vandalici all’interno della scuola durante l’occupazione non hanno risparmiato i docenti. La sala professori è stata oggetto di scassinamenti dei cassetti privati degli insegnanti con registri fatti a brandelli, furti di libri e oggetti personali.

«Siamo vittime di un’aggressione senza precedenti – sostengono i docenti – . Non era mai capitato un attacco così diretto nei nostri confronti».

In serata un gruppo di 55 insegnanti, dei 120 del liceo, si è riunito spontaneamente per «esprimere la propria indignazione e la netta condanna nei confronti delle dinamiche che hanno caratterizzato l’occupazione e le gravi conseguenze derivate». In pieno accordo con quanto espresso dal documento del Consiglio d’istituto durante l’occupazione, i docenti si sono impegnati a redigere un «documento di riflessione critica che sarà sottoposto all’attenzione dell’intera cittadinanza».

(27/11/2004)

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