Mattinata di studio in Seminario
«A rischio le scuole cattoliche»

Venerdì mattina si incontrano in Seminario, per un confronto pubblico, i responsabili delle Consulte regionali per la scuola delle Conferenze Episcopali di Lombardia, Piemonte, Triveneto, Liguria ed Emilia Romagna e i responsabili di associazioni e movimenti che si occupano di scuola.

Venerdì mattina si incontrano in Seminario, per un confronto pubblico, i responsabili delle Consulte regionali per la scuola delle Conferenze Episcopali di Lombardia, Piemonte, Triveneto, Liguria ed Emilia Romagna e i responsabili di associazioni e movimenti che si occupano di scuola.

L’incontro è coordinato dal delegato vescovile per la scuola, monsignor Vittorio Bonati. Tra i partecipanti ci sono le associazioni Agesc, Uciim, Aimc, CdO, Fidae, Foe, Fism, Forma, Confap. Le conclusioni saranno a cura dei responsabili delle Consulte del nord Italia: i sacerdoti Edmondo Lanciarotta, Bruno Porta, Gabriele Corini.

L’incontro prosegue il dibattito avviato in ambito cattolico con il documento «Per una scuola della società civile» del 2011 e proseguito con il documento della Conferenza Episcopale Italiana su «La Chiesa per la scuola», che ha condotto alla giornata con Papa Francesco lo scorso 10 maggio.

«Da questo percorso – spiega mons. Bonati – è nato il documento “Un Manifesto per la scuola: perché nessuno vada perduto” che ora deve diventare operativo. Infatti la rapidità dei cambiamenti impone alla scuola non solo di rinnovarsi nella didattica e nelle infrastrutture tecnologiche, ma soprattutto di scommettere su un cambio di prospettiva dei docenti, dei dirigenti, delle famiglie e di tutto il territorio. È un cambio che non può essere imposto: deve essere tutta la società a richiederlo e favorirlo».

La situazione delle scuole paritarie in Italia è ferma da anni in mezzo al guado, perché, stabilito il principio di un sistema pubblico a due gambe (scuola statale e scuola paritaria) i problemi di armonizzazione finanziaria e organizzativa non sono stati sciolti: chi paga il personale (compreso quello di sostegno)? Chi lo sceglie? Con quali criteri?

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