«Medici aperti la sera e la domenica»
Cisl, check-up alla sanità lombarda

Le proposte di Petteni al governatore Maroni: basta nomine politiche di dirigenti e via il superticket. La replica del presidente della Regione: «Entro fine aprile porterò una proposta in Giunta e per fine anno approveremo la riforma».

Aprire gli ambulatori dei medici di base e specialistici fino a sera tardi e, eventualmente, la domenica mattina, abolire i superticket, cambiare il sistema delle nomine puntando sulle competenze e quindi scegliendo direttori amministrativi e sanitari tra i dirigenti già dipendenti del sistema. Sono alcuni dei punti principali delle proposte della Cisl sul sistema sanitario, presentate al presidente della Regione, Roberto Maroni.

E ancora: sperimentare la figura dell’infermiera di famiglia, già presente in altri Paesi europei, introdurre formule di mutualismo integrativo per la copertura di prestazioni extra-Lea e alcuni servizi socio-sanitari domiciliari selezionati.

«La società cambia, si evolve. Le risorse pubbliche sono sempre più scarse, è vero, ma questo non deve impedire di riorganizzare un settore decisivo come la sanità, rendendolo più efficace e meno oneroso per i lavoratori, i pensionati e le loro famiglie», spiega Gigi Petteni, segretario generale della Cisl Lombardia.

«I cittadini hanno bisogno di medici di base più disponibili, secondo modalità di orario più flessibili e che prevedano, perché no, l’accesso alle strutture anche al sabato o alla domenica - ha aggiunto -. Occorre assumere un approccio territoriale, piuttosto che ospedaliero, favorendo le forme di associazione e cooperazione tra medici di medicina generale, pediatri e specialisti, promuovendo la creazione di strutture territoriali complesse, dove sia possibile anche fare alcuni esami diagnostici, se necessario».

«Oggi la nuova sfida è dare una risposta efficace, appropriata e di qualità ai malati cronici e ai pazienti pluripatologici – afferma il segretario generale della Cisl Lombardia -. Occorre pensare a un sistema che assicuri l’accesso e la fruibilità delle prestazioni socio-sanitarie a prevalente carattere sanitario, indipendentemente dalla capacità da parte dell’utente di compartecipare alla spesa». E anche un po’ di federalismo sanitario: «Come possiamo pensare di rinnovare la sanità lombarda con medici che dipendono da Roma? Devono convenzionarsi con la Regione e non con lo Stato».

«Sulla riforma sanitaria è sempre utile ascoltare idee e proposte.È una riforma che vogliamo fare quest’anno, ci stiamo già lavorando e abbiamo già tracciato le linee guida: qualche giorno fa il professor Umberto Veronesi ci ha presentato il lavoro svolto dalla Commissione che abbiamo istituito, e che lui ha guidato, ed è un lavoro molto interessante» la replica di Maroni. «Entro la fine di aprile voglio portare in Giunta una prima proposta di riforma da presentare poi al Consiglio regionale e alle forze politiche, per discuterne, con l’obiettivo di arrivare, prima della fine dell’anno, ad approvare definitivamente la riforma del sistema sanitario lombardo. Sono ottimista sul fatto che faremo una riforma che non costerà di più e darà servizi più efficienti».

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