Giochi online, slot e videolottery
Bergamo, nel 2013 spesi 1,6 mld

Il mercato dei giochi segna la prima battuta d’arresto da quando è stato liberalizzato nel 2004. Milano è la provincia dove si gioca di più: alla fine del 2013 nel capoluogo lombardo saranno spesi 5,9 miliardi. A Bergamo complessivamente 1,6 miliardi.

Il mercato dei giochi segna la prima battuta d’arresto da quando è stato liberalizzato nel 2004. Il 2013 - secondo le prime stime dell’agenzia specializzata Agimeg - registra il primo saldo negativo sia in termini di raccolta che si attesta a 85,4 miliardi di euro, oltre 2,1 mld (quasi il 2,5%) in meno rispetto a un anno fa. La spesa effettiva invece cala di circa 700 mln (il 4%) e scende a 16,7 mld. All’Erario mancheranno entrate per 150 mln di euro. In calo tutti i giochi, ad eccezione del Lotto che fa registrare un segno più.

La raccolta (ovvero la somma delle giocate) si attesta a 85,4 miliardi di euro, oltre 2,1 miliardi (quasi il 2,5%) in meno rispetto a un anno fa. La spesa effettiva (ossia le giocate al netto delle vincite) invece cala di circa 700 milioni (il 4%) e scende a 16,7 miliardi di euro. Il 2013 si dovrebbe chiudere con vincite tornate nelle tasche degli appassionati per 68,8 miliardi di euro. Trend in calo anche per l’Erario che nel 2013 deve rinunciare a circa 150 milioni (il 2,5% in meno sul 2012): in totale incassa poco più di 7,8 miliardi. In pratica il gettito si attesta poco al di sopra dei livelli del 2008, sebbene l’offerta di gioco sia molto più ampia di allora.

Forte invece la contrazione rispetto agli anni successivi quando il gettito ha sempre superato gli 8 miliardi: tra il 2009 e il 2011 addirittura oscillava tra gli 8,6 e gli 8,8 miliardi per anno. La spesa per i giochi online, con poker e casinò in testa, rimane stabile rispetto ai valori dello scorso anno, intorno ai 550 milioni di euro. Crescono le giocate solo - secondo le stime di Agimeg - del Lotto e del 10eLotto (6,3 miliardi nel 2013, +2%

circa).

Tutti gli altri prodotti sono in perdita invece, a iniziare dalle newslot, tradizionalmente il gioco che incassa di più. Nel 2013 le giocate delle slot si fermano a 25,1 miliardi di euro, oltre l’8% in meno rispetto a un anno fa. Un crollo che non viene compensato dalle videolottery - le macchine di ultima generazione - che riportano una crescita marginale sul 2012 raggiungendo i 21,6 miliardi di euro. Calano del 1,2% le lotterie tradizionali e istantanee (circa 9,6 miliardi di raccolta) e le scommesse sportive che perdono il 5,5% (3,8 miliardi). Più consistenti le perdite per il bingo (-15,5%, pari a 1,5 miliardi) e per le scommesse ippiche (-16,5%, 850 milioni). I giochi numerici a totalizzatore (Superenalotto e simili) lasciano sul campo il 22% delle giocate (per una raccolta di 1,4 miliardi).

Milano è la provincia dove si gioca di più: nel 2013 nel capoluogo lombardo verranno infatti spesi 5,9 miliardi. Sul podio anche Roma (5,3 miliardi) e Napoli (3,5 miliardi). Per singolo gioco, Roma rimane la capitale per il SuperEnalotto, mentre Napoli si aggiudica Lotto e scommesse sportive. Sono ben 18 le province con una spesa per il gioco superiore al miliardo di euro.

Dopo le tre sopracitate, nella graduatoria delle province dove si gioca di più, troviamo Torino con 2,6 miliardi, Bari (1,6), Bergamo (1,6), Pavia (1,5), Brescia (1,3), Palermo (1,3), Varese (1,2), Bologna (1,2), Salerno (1,2), Genova (1,1), Caserta (1,1), Como (1,1), Venezia (1,1), Firenze (1,1), Modena (1). Maglia nera ad Enna e Crotone, le uniche due province con una raccolta per i giochi nel 2013 inferiore ai 100 milioni di euro. Sotto i 150 milioni troviamo Isernia (115), Vibo Valentia (128) e Oristano (134).

La graduatoria cambia però completamente se si considera la spesa pro capite. In Italia la spesa pro capite per il gioco sarà nel 2013 di poco superiore ai 1.200 euro l’anno, vale a dire di 100 euro al mese. Se si considera la spesa al netto delle vincite, la cifra spesa per il gioco scende a 288 euro l’anno, vale a dire 24 euro al mese. Tornando alla raccolta (cioè senza lo storno delle vincite), in testa alle province

italiane per la spesa pro capite per il gioco troviamo Pavia con 3.000 euro per abitante. Seguono gli abitanti di Como, Teramo e Rimini, tutte con oltre 1.900 euro l’anno spesi per il gioco. Nelle prime dieci posizioni troviamo anche Savona (1.700), Latina (1.700), Reggio Emilia (1.600), Terni (1.600), Pescara (1.600), Bergamo (1.600).

Tra i grandi centri, Milano fa segnare una spesa per abitante superiore ai 1.500 euro, Roma 1.400 e Napoli 1.100. Enna anche in questa graduatoria occupa l’ultima posizione con una spesa, per dare la caccia alla dea bendata, di meno di 500 euro per abitante.

© RIPRODUZIONE RISERVATA