«Montelungo», trovata la quadra
Ma Demanio e Soprintendenza...

La prima condizione è che il Demanio, proprietario dell’area, dovrà acconsentire a cederla gratuitamente al Comune di Bergamo; la seconda condizione prevede che la Sovrintendenza riveda i vincoli esistenti su buona parte dell’intero immobile.

Mettere l’ex caserma Montelungo sul mercato e abbattere parzialmente l’ex caserma Colleoni per costruire e realizzare spazi culturali e spazi verdi grazie agli oneri che Palazzo Frizzoni realizzerebbe con la «Montelungo», sulle cui ceneri risorgerebbe una serie di appartamenti.

In estrema sostanza, è questa la sintesi presentata in Comune circa la conclusione dei lavori del tavolo istituzionale creato per trovare un soluzione ad uno dei più annosi problemi urbanistici di Bergamo.

Due, però, le condizioni per realizzarla: la prima è che il Demanio, proprietario dell’area, acconsenta di cederla gratuitamente al Comune di Bergamo; la seconda che la Sovrintendenza riveda i vincoli esistenti su buona parte dell’intero immobile.

«Il tavolo tecnico - si legge nella parte finale del documento - ha deciso di avanzare una proposta alternativa fondata su una diversa e più articolata lettura della città e dello stesso comparto interessato.

(...) La proposta alternativa ipotizza un processo di uso e di valorizzazione dell’ambito attraverso l’attivazione di nuove modalità oggi non riconducibili all’attuale quadro normativo. Quest’ultimo consente infatti al momento solo due possibili strade: l’alienazione del bene o la definizione di un programma di valorizzazione culturale. Si ritiene che sia l’occasione per proporre alle istituzioni pubbliche (Comune, Demanio, Sovrintendenza) un diverso strumento che consenta concretamente il recupero del comparto fondandolo su una interpretazione del concetto stesso di “programma di valorizzazione culturale”, forse non del tutto coerente con la precisa lettura della norma, ma che rafforza, nella sostanza, le finalità del suo principio, ampliandone la definizione di interesse “pubblico/culturale”.

Questo percorso potrebbe sostanziarsi attraverso la ridefinizione di un diverso protocollo di intesa, rispetto a quanto sottoscritto dalle parti nel 2009, che preveda:

1. l’alienazione della sola caserma Montelungo, destinando gli edifici soggetti ad un grado di intervento di restauro/ristrutturazione conservativa, ad un uso residenziale libero, per una percentuale del 80%, ad housing sociale per il 10%, a pubblici esercizi per il 5% e ad esercizi di vicinato per un altro 5%, con accessi aperti verso l’interno della corte. Per i soli edifici 11 e 13, soggetti ad un grado di intervento di demolizione e ricostruzione, si propone una destinazione 100% terziaria. Sotto l’area scoperta di pertinenza della caserma Montelungo, si possono realizzare i parcheggi sotterranei, sia pubblici che di uso pubblico, destinando anche il suolo in superficie al medesimo uso, lasciandone una quota parte a verde, sia privato che pubblico, tale da assicurarsi la continuità fisica e visiva con i parchi Suardi e Marenzi.

2. la cessione gratuita della caserma Colleoni, a fronte del programma di valorizzazione dell’intero comparto. La caserma Colleoni è caratterizzata da una minor superficie disponibile, più coerente alle attuali necessità di utilizzo pubblico e presenta maggiori gradi di libertà di intervento rispetto ai vincoli esistenti. Partendo da queste condizioni, si propone il restauro/risanamento conservativo di una parte dell’edificio, coerentemente al suo grado di vincolo, destinandolo alle funzioni culturali già richiamate nel paragrafo 4, salvo sempre gli opportuni approfondimenti e verifiche da parte del Comune, e utilizzando, per il suo recupero, gli oneri e lo standard qualitativo maturati sulla Montelungo oltre al 15% frutto dell’accordo con il demanio per la vendita della stessa.

Parte dei suddetti ricavi maturati potrebbero essere impegnati per completare le opere di sistemazione viabilistica (formazione di una nuova corsia su via Muraine) e dei percorsi ciclo/pedonali di collegamento tra il comparto e la rete esistente nelle zone limitrofe.

La superficie scoperta, compresa quella liberata dagli edifici demoliti, potrebbe essere nel frattempo destinata a parco pubblico, creando da subito una possibilità di connessione con i limitrofi parco Suardi e Marenzi, consentendo l’immediata fruizione alla città dell’area senza pregiudicarne la trasformazione futura.

Da una prima verifica, la fattibilità economica di questa operazione, sia pubblica che privata, risulta incrementarsi di molto rispetto all’ipotesi precedente.

Gli scenari delineati completano il quadro degli approfondimenti richiesti al tavolo tecnico e vengono sottoposti all’Assessorato per condividere il lavoro svolto e valutare congiuntamente come procedere, vista la particolare importanza del comparto interessato e la rilevanza che lo stesso ha assunto nel dibattito cittadino.

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