Morandi, cavillo burocratico
Il processo slitta di 5 mesi

La prima udienza per l’ex direttore di banca, accusato di furto e truffa per aver sottratto soldi ai suoi clienti, finisce con uno slittamento: il processo partirà il 21 ottobre.

L’udienza è terminata quindi velocemente mercoledì 27 maggio, davanti al giudice Vito Di Vita. Il processo è a carico di Benvenuto Morandi, l’ex sindaco di Valbondione ed ex direttore della filiale Private di Intesa Sanpaolo di Fiorano al Serio, accusato di aver sottratto ingenti somme di denaro dai conti dei suoi clienti.

Il processo riguarda un primo filone di indagini sul suo conto, da tempo chiuso: l’ex direttore di banca è accusato di furto, truffa e falso per la vicenda (esplosa due anni fa) dei presunti ammanchi milionari dai conti correnti del suo grande accusatore, l’imprenditore Gianfranco Gamba, e dei familiari di quest’ultimo (la moglie Mariuccia Pezzoli e la figlia Simona) e per le presunte false rendicontazioni che sarebbero state propinate a diverse decine di altri clienti.

Resta invece sotto indagine (ancora non chiusa e anche questa coordinata dai pm Maria Cristina Rota e Carmen Santoro) per quanto riguarda altre ipotesi di reato, in particolare presunti abusi d’ufficio.

Morandi, come da previsioni, si è presentato in tribunale. Il giudice ha decretato la nullità del decreto di citazione a giudizio per quanto riguarda uno dei capi di imputazione (quello sulle presunte truffe ai danni dei risparmiatori della valle, ndr): nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, infatti, si richiamerebbe per questo capo di imputazione a un allegato però mai notificato. Da qui lo slittamento del processo, con un altro cavillo segnalato: un problema di errata notifica a due delle parti offese, due risparmiatori coinvolti dai falsi conteggi.

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