«Morandi continuava a brigare»
636 mila euro per uso personale

E venne il giorno dell’arresto per Benvenuto Morandi, l’ex direttore della filiale Private dell’Intesa San Paolo di Fiorano al Serio (ed ex sindaco di Valbondione) accusato di aver sottratto milioni di euro dai conti dei suoi clienti.

E venne il giorno dell’arresto per Benvenuto Morandi, l’ex direttore della filiale Private dell’Intesa San Paolo di Fiorano al Serio (ed ex sindaco di Valbondione) accusato di aver sottratto milioni di euro dai conti dei suoi clienti. Soldi usati, secondo l’accusa, per favorire se stesso (attraverso presunte spese personali), la sua attività politica (con cene e spot di propaganda) e il suo piccolo impero in alta valle, in particolare la società partecipata Sviluppo turistico Lizzola (Stl), che gestiva gli impianti sciistici e per la quale Morandi aveva ambiziosi progetti.

«Estrema pericolosità sociale» nonché «forte rischio recidivante», sono le espressioni con cui il gip descrive Morandi nelle 55 pagine di ordinanza. Per il giudice c’è pericolo di inquinamento delle prove perché «rimanendo il libertà» Morandi potrebbe «esercitare pressioni attraverso minacce o promesse di denaro o altre utilità, anche di carattere politico, a soggetti utili per le indagini» e perché va ancora verificata «la destinazione finale delle somme sottratte». E c’è il pericolo di reiterazione del reato perché, benché dimessosi da tutto, Morandi «continua a conservare notevole influenza nel tessuto economico, sociale e politico dell’alta Val Seriana»,

I pizzini di carta e le tabelle excel tracciate sul pc, che costituivano la sua contabilità intima, hanno finito per diventare preziosi indizi in mano ai militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Bergamo. Perché, scrive il gip Alberto Viti, «Benvenuto Morandi è persona che gestiva la sua vita anche professionale annotando tutto quello che faceva». È così che gli inquirenti si sono imbattuti nello shopping dell’ex sindaco, sponsorizzato, a loro insaputa, da Gianfranco Gamba, da sua figlia Simona e da sua moglie Mariuccia Pezzoli. È per lo più dai loro conti che proverrebbero i 636.694,42 euro, considerati da chi indaga come «appropriazioni personali» di Morandi.

Fatico a ritenere sussistenti le esigenze cautelari, soprattutto sotto il profilo del pericolo di fuga e della reiterazione del reato». Angelo Capelli, il legale di Benvenuto Morandi, è scettico davanti alle 55 pagine dell’ordinanza del gip Alberto Viti. «La nostra difesa è sempre incentrata sulla dimostrazione che gli spostamenti di denaro dai conti dei clienti non sono avvenuti a beneficio del mio assistito», avverte l’avvocato. Nonostante gli inquirenti contestino all’ex sindaco di Valbondione ed ex direttore della filiale Private di Fiorano della Banca Intesa San Paolo appropriazioni personali per 636.694,42 euro? «Ci riserviamo di leggere tutti gli atti - osserva il legale -. Dopo 10 mesi di indagine è la prima volta che riceviamo carte dalle quali si possa capire l’impianto accusatorio».

Leggi le tre pagine dedicate all’arresto su L’Eco di Bergamo del 10 maggio


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