Movida in Borgo Santa Caterina
Palafrizzoni ora detta le regole

Personale per la sicurezza e pulizia notturna delle strade, servizi by night della polizia locale da giugno, invece che da agosto, potenziamento delle telecamere. «Ma serve un piano strategico con le associazioni per le aperture future di locali»

Palafrizzoni detta le regole di buona condotta a i gestori dei locali di Borgo Santa Caterina, epicentro della movida cittadina e anche delle polemiche di questi ultimi giorni, con botta e risposta tra i residenti e i commercianti e petizioni contro il divertimento senza regole.

Si parte dalla richiesta del Comune ai gestori dei locali di avere almeno 5-6 persone a garanzia della sicurezza pubblica, anche dal punto di vista viabilistico (ad oggi sarebbero solo 3 i locali che hanno adottato questo servizio, ma con 3 operatori), all’anticipazione dell’emissione dell’ordinanza che vieta la somministrazione di alcol in bottiglie di vetro, alla disattivazione (già dallo scorso venerdì 4 aprile) del servizio di pulizia strada dopo le 2 di notte «con la pulizia a carico dei gestori dei locali e il passaggio del servizio comunale la mattina, per non disturbare i residenti con il passaggio dei mezzi», spiega l’assessore alla Sicurezza Massimo Bandera.

Inoltre, con il nuovo piano di videosorveglianza, «abbiamo previsto delle telecamere nei punti critici del borgo». L’assessore alla Sicurezza annuncia poi dei servizi notturni della polizia locale «a partire da giugno invece che da agosto come lo scorso anno, ma non è escluso che si organizzino anche prima in via eccezionale, per far rispettare gli orari di chiusura dei locali».

«Da un lato si deve salvaguardare il diritto dei ragazzi di aggregarsi, dall’altro quelli dei residenti – commenta Enrica Foppa Pedretti, assessore al Commercio –. Attraverso le associazioni di categoria gli operatori sono stati sensibilizzati e si cerca di arrivare ad una proposta. Mi piacerebbe che le serate iniziassero e finissero un po’ prima, senza ledere alle attività legate alla ristorazione. Ma il problema è più ampio e parte dall’impossibilità del Comune di impedire l’aggregazione degli stessi tipi di attività. Serve una strategia con le associazioni di categoria, perché le future aperture siano in luoghi con meno residenzialità, sempre nel perimetro cittadino».

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