Neonato morì, il papà si autoaccusa:
è stata colpa mia, gli diedi un pugno

Un giovane padre che, a sorpresa, si auto-accusa per la morte del figlioletto appena nato e ora si ritrova indagato. Il corpicino di un bimbo di soli 24 giorni, che verrà riesumato a distanza di un anno dal decesso improvviso. Accade in un paese della Valle Brembana

Un giovane padre che, a sorpresa, si auto-accusa per la morte del figlioletto appena nato e ora si ritrova indagato. Il corpicino di un bimbo di soli 24 giorni, che verrà riesumato a distanza di un anno dal decesso improvviso. Accade in un paese della Valle Brembana, dove abita la famiglia protagonista di questa drammatica vicenda.

Tutto comincia nel mese di agosto dello scorso anno. Un bambino di soli 24 giorni, nato all’ospedale di San Giovanni Bianco, viene trovato esanime nel cuore della notte dai genitori, nel suo lettino. Interviene il 118, ma il medico non può far altro che constatare il decesso. «Morte in culla», è il responso: un fenomeno che colpisce l’uno per mille dei bambini nati sani e non trova ancora alcuna spiegazione scientifica. Il caso, nella sua drammaticità, si chiude.

Fino alla scorsa settimana, quando del tutto inaspettatamente il papà di quel bimbo - un bergamasco di 25 anni - si presenta in caserma dai carabinieri di Zogno. Fa uso abituale di psicofarmaci e in quella circostanza ha anche bevuto. Ma ha dichiarazioni gravi da fare: «Mio figlio non morì per morte naturale - sostiene davanti ai militari - ma perché io gli diedi un pugno». Il suo racconto è traballante, ma il sostituto procuratore Gianluigi Dettori non può dare nulla per scontato ed è per questo che ha aperto un fascicolo a carico del giovane papà della Valle Brembana.

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