No alla monnezza da Campania e Lazio
Sicilia e Puglia schierate con la Lombardia

Lombardia e Sicilia diventano alleate nel dire «stop ai rifiuti». Il count down è iniziato. Tra un mese il Pirellone perderà i suoi poteri in materia di rifiuti e sarà direttamente il governo a decidere.

Sono i tempi del decreto «Sblocca Italia», che entro il 14 novembre deve essere convertito in legge. Nello stesso periodo se la Regione non esegue (e ha già fatto sapere che «disobbedirà»), sarà l’esecutivo di Roma, con potere sostitutivo, ad attuare l’articolo 35, che così come è stato concepito, oltre a stabilire la libera circolazione della monnezza sul territorio nazionale, prevede anche che tutti gli inceneritori vengano utilizzati al massimo carico, spianando così la strada anche alla terza linea Rea a Dalmine.

Un’ipotesi che vede gli enti territoriali contrari: dal Comune alla Provincia fino alla Regione. Se la Lega usa i toni barricaderi a tutti i livelli, più frastagliato è il fronte Pd, alle prese con un provvedimento varato da un governo centrale del suo stesso colore.

Nella commissione Ambiente della Conferenza Stato-Regioni, infatti, l’assessore competente della Lombardia, la bergamasca ed ex sindaco di Dalmine Claudia Terzi, è riuscita a incassare il consenso non solo delle Regioni del Nord, ma anche della crocettiana Sicilia e della vendoliana Puglia, anche loro contrarie a importare i rifiuti da Lazio e Campania, le due aree in emergenza.

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