«No slot», la battaglia va avanti
In provincia centinaia le adesioni

È sempre polemica sulla norma che prevede minori trasferimenti dallo Stato ai Comuni che ostacolano la presenza delle slot machines nel loro territorio. La campagna «No slot» del L’Eco prosegue: all’appello hanno già risposto centinaia di locali di tutta la provincia.

È sempre polemica sulla norma che prevede minori trasferimenti dallo Stato ai Comuni che ostacolano la presenza delle slot machines nel loro territorio.

Da diversi mesi il nostro quotidiano ha avviato la campagna «No slot» invitando i bar e tutte le attività commerciali contrarie alle macchinette «mangiasoldi» a contattare la redazione.

All’appello hanno risposto centinaia di locali di tutta la provincia, dal capoluogo ai laghi, dalle valli alla pianura. Al lungo elenco è stato dedicato ampio spazio con articoli di approfondimento, a dimostrazione di quanti nella Bergamasca abbiano voluto dire no a videolottery e simili.

Molti dei titolari sono stati intervistati e fotografati, a testimonianza dell’impegno dei singoli contro la ludopatia e degli sforzi per proporre alla clientela svago sano fatto di ambienti familiari, pasti gustosi e divertimento non pericoloso per la salute.

La campagna «No slot» ora entra ora nel vivo e, ancora una volta, L’Eco di Bergamo lancia un appello a tutte le attività che sposano la causa. I bar, le pizzerie, i ristoranti, le edicole-tabaccherie e tutti gli altri esercizi pubblici che intendono aderire non devono far altro che segnalare il proprio nome e il proprio indirizzo scrivendo a [email protected].

Potranno anche presentarsi di persona agli uffici di via Papa Giovanni XXIII al 118. Nell’occasione verrà consegnata la vetrofania da esporre sulla vetrina di ingresso.

Due pagine di interviste e commenti su L’Eco di Bergamo del 21 dicembre

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