Non paga i contributi per la crisi
Assolto. «Così ho salvato i lavoratori»

Non ha pagato le ritenute Irpef perché, a causa della crisi, non aveva più liquidità e ha scelto di rischiare tutto per salvare la sua azienda e il lavoro dei suoi 68 dipendenti.

Dopo la condanna in primo grado, la Corte d’appello di Brescia ha ora accolto il ricorso presentato dagli avvocati Carlo Tremolada e Margherita Benedini, assolvendo con formula piena Bruno Pedretti, titolare della Pmp di Curnasco di Treviolo: «L’omissione del pagamento – si legge nella sentenza – non era dovuta a una libera scelta dell’imprenditore di non far fronte alla propria obbligazione, ma a circostanze esterne di gravità tali da rendere forzata, e quindi incolpevole, la sua omissione».

Pedretti, che nonostante le difficoltà ha scelto di non licenziare nessuno, appena la situazione economica è migliorata ha provveduto a «rateizzare i pagamenti dovuti all’Agenzia delle entrate, e posso dire che a parte i versamenti delle ritenute dei lavoratori ho sempre pagato tutto: Inps, Iva, stipendi e fornitori». Non senza mettersi in gioco in prima persona: «Ho ipotecato la casa, il capannone, ogni cosa che avevo, e pure me stesso perché sapevo che rischiavo una condanna, ma è valsa la pena fare dei sacrifici per non licenziare nessuno e salvare il lavoro». Nella Pmp, che realizza lavorazioni meccaniche di altissima precisione, «ci sono dei dipendenti che hanno iniziato qui anche 20-25 anni fa, è personale di grande livello, che abbiamo formato noi». Giovani cresciuti nella struttura di Curnasco, che «hanno famiglia, e adesso stiamo facendo nuove assunzioni».

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