Lunedì l’autopsia dell’albanese ucciso
Farà luce sulla traiettoria dello sparo

Francesco Sicignano ha davvero sparato ad altezza uomo, come il pensionato continua a sostenere, oppure si trovava in una posizione più alta rispetto a Gjergji Gjoni, il ventiduenne albanese che si era introdotto nella sua casa di via Cagnola a Vaprio d’Adda, ovvero qualche gradino più su della scala esterna della sua abitazione, come sospettano gli inquirenti, sulla base della prima ricostruzione di quanto avvenuto lunedì notte?

Una risposta a questo interrogativo - non secondario nelle indagini sull’accaduto - potrebbe arrivare nella mattinata di lunedì 26 ottobre, durante l’autopsia sul corpo dell’albanese ventiduenne: l’esame verrà eseguito all’Istituto di medicina legale di Milano.

Ulteriore chiarezza arriverà anche dagli esami balistici che il procuratore aggiunto di Milano, Alberto Nobili, ha già disposto. Sicignano - che è indagato dalla Procura di Milano per omicidio volontario - ha raccontato agli inquirenti, fin da subito, di aver sparato con la sua pistola (regolarmente detenuta da decenni) a Gjoni nella cucina di casa, dopo che il ventiduenne si era introdotto nell’abitazione, seguito da due complici, poi scappati dopo che il padrone di casa ha esploso ulteriori due colpi di pistola in aria.

Proseguono intanto le ricerche dei carabinieri per rintracciare i due complici dell’albanese: ricerche che si stanno concentrando anche nella Bassa bergamasca, in particolare nella zona di Antegnate, dove forse i due - si presume connazionali della vittima - potrebbero essere ospiti di qualche altro albanese loro conoscente.

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