Omicidio in via Correnti
Chiesti 17 anni per l’albanese

Diciassette anni in rito abbreviato con l’accusa di omicidio volontario, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. È questa la richiesta nei confronti di Bledar Marini, ritenuto colpevole dell’omicidio di Stefan Catalin Burcuta.

Diciassette anni in rito abbreviato con l’accusa di omicidio volontario, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. È questa la richiesta che è stata fatta nella mattinata di mercoledì 26 marzo in tribunale nei confronti di Bledar Marini, ritenuto colpevole dell’omicidio di Stefan Catalin Burcuta, il trentasettenne romeno che viveva ad Albino, ucciso nella notte tra il 2 e il 3 marzo dello scorso anno al distributore Q8 di via Correnti a Bergamo, dopo un diverbio con una prostituta.

Per l’altro imputato, il cognato di Barcuta, è stato invece chiesto un anno e 4 mesi per tentata rapina.

Bledar Marini, albanese di 35 anni, fidanzato e protettore della prostituta, ha trascorso quest’anno in carcere, in via Gleno dove era stato trasferita da Milano. Assistito dall'avvocato Roberta Barbieri, il legale in aula ha confermato la versione dell’albanese: lui avrebbe difeso la fidanzata dall'aggressione dei due romeni, armati di casco. Sentendola gridare avrebbe ingaggiato una colluttazione, venendo alle mani coi due romeni. Solo in un secondo momento, quando la ragazza era stata colpita con un casco, avrebbe preso dall'auto il coltello, ferendo a morte Burcuta. Non avrebbe però avuto intenzione di colpire.

La sentenza è stata ora fissata per il prossimo 9 aprile.

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