Orio, aereo «schiacciato» dal vento
Si rialza appena prima della pista

«L’aereo era a pochi metri d’altezza, 20, forse 30. Era ormai a un passo dalla pista quando all’improvviso ha ripreso velocemente quota, ha iniziato una lunga virata, lasciando poco dopo il cielo di Bergamo»

«L’aereo era a pochi metri d’altezza, 20, forse 30. Era ormai a un passo dalla pista quando all’improvviso ha ripreso velocemente quota, ha iniziato una lunga virata, lasciando poco dopo il cielo di Bergamo».

Era il volo Fr4636 di Ryanair: decollato domenica sera da Siviglia era atteso per le 23,40 all’aeroporto di Orio al Serio, carico di passeggeri che hanno vissuto un brutto, bruttissimo quarto d’ora fino all’atterraggio, una ventina di minuti dopo, allo scalo di Bologna. Temporalone. C’è chi, cronometro alla mano, l’altra sera ha contato 128 lampi in un minuto: due al secondo. Un meteo per niente promettente. Soprattutto, molto vento.

L’aereo scende, arriva a poche centinaia di piedi di altezza, il comandante valuta le condizioni di atterraggio: non ci sono. Troppo rischioso e ridà potenza ai motori, l’aereo riprende quota con una manovra che un passeggero del volo definisce «tecnicamente ineccepibile. Ma che spavento, eravamo veramente terrorizzati».

Il comandante legge sulla strumentazione di bordo un avviso di «wind shear», un fenomeno atmosferico improvviso e pericoloso perché può modificare la quota dell’aeromobile. In soldoni, è un vento forte e insidioso che rischia di «schiacciare» il velivolo sulla pista, di ostacolare la discesa o comunque di interferire - seriamente - nelle procedure di atterraggio quando i motori sono al minimo della potenza e l’aeromobile prossimo alla velocità di stallo.

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