Orobie, un nuovo rifugio per l’estate
Sorgerà ad Azzaredo di Mezzoldo

Siamo lungo il Sentiero delle Orobie occidentali, a monte del rifugio Madonna delle Nevi e nel pieno della foresta regionale Azzaredo-Casù, poco a valle del monte Azzaredo. La struttura è ormai completata fino al tetto.

Chi programma un’escursione su tutto il Sentiero delle Orobie occidentali sa che è uno dei tratti più impegnativi: dal rifugio San Marco 2000 fino al Dordona, in territorio di Foppolo, ci sono anche sette-otto ore di cammino. In mezzo, lungo il percorso, non ci sono altri rifugi su cui appoggiarsi e pernottare.

«Intitoliamolo a Marco Balicco»

La soluzione, però, è vicina: l’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste (Ersaf) della Lombardia sta, infatti, completando un nuovo rifugio posto a circa 1.950 metri di quota, in località Azzaredo di Mezzoldo.

Siamo lungo il Sentiero delle Orobie occidentali, a monte del rifugio Madonna delle Nevi e nel pieno della foresta regionale Azzaredo-Casù, poco a valle del monte Azzaredo. Il nuovo rifugio – la struttura è ormai completata fino al tetto come si vede dalla foto a fianco scattata lo scorso autunno – sta sorgendo nei pressi del bivacco di Azzaredo, sempre di proprietà regionale. Bivacco che dispone di 6-8 posti letto, ma non ha certo i «confort» di un rifugio, seppure piccolo come sarà quello in costruzione.

La gestione – pare ormai certo – dovrebbe essere affidata al Cai dell’alta Valle Brembana, sezione che recentemente ha riconfermato presidente Andrea Carminati di Brembilla. «Il rifugio si trova in una posizione ottimale – spiega Carminati – a circa due ore di cammino dal San Marco 2000 e a quattro-cinque dal rifugio Dordona, i più vicini, in quel punto, sul sentiero delle Orobie. Sarebbe un’ottima base di appoggio, visto che in zona c’è, per ora, solo il vicino bivacco Zamboni. Sarà un piccolo rifugio, ma comunque importante considerata la posizione». E il Cai ha anche proposto il nome da dare al rifugio, intitolandolo a Marco Balicco, ex sindaco di Mezzoldo.

«La struttura è quasi completata – prosegue il presidente del Cai –. Restano da allestire gli arredi. Ora l’incognita è rappresentata dalla quantità di neve scesa e quindi dai tempi di allestimento. L’auspicio, comunque, è di poter aprire quest’estate. Per la nostra sezione sarebbe l’evento di questa stagione».

Altri lavori al «Benigni»

Stagione che vedrà protagonista però anche l’altro rifugio del Cai, il Benigni, in territorio di Ornica, in questi giorni sommerso ormai da 5-7 metri di neve. «Fortunatamente è stato rinforzato proprio l’estate scorsa – prosegue il presidente del Cai – con un intervento di circa 35 mila euro: con nuovo tetto, pannelli solari, cisterna per il rifornimento idraulico e il cambio della pompa. Con tutta questa neve è stata veramente una fortuna». «Quest’estate la sistemazione proseguirà – aggiunge Carminati – con la posa di una scala esterna e il nuovo sistema di potabilizzazione». A ricordo, invece, dell’ex presidente Enzo Ronzoni, scomparso un anno fa, la Scuola orobica, col patrocinio del Cai, organizzerà un’ascesa scialpinistica ai 5.642 metri dell’Elbrus, nel Caucauso, la vetta più alta d’Europa. Un «sogno» che fu proprio di Ronzoni.

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