Ospedali Riuniti ai primi posti in Italia Effettuati in 3 anni più di 1200 trapianti

In occasione del 50° anniversario del primo trapianto di rene nella storia della medicina, avvenuto il 23 dicembre 1954 a Boston, negli Stati Uniti, gli Ospedali Riuniti hanno tracciato il bilancio dell’attività di trapianto, svolta nel 2004: un’attività che vede la principale struttura sanitaria bergamasca, in una posizione di rilievo sia a livello regionale che nazionale.

«Quest’anno - hanno affermato i vertici dei Riuniti - sono stati registrati 24 donatori d’organo, solo 2 rifiuti rispetto ai 7 dell’anno scorso, mentre il numero di trapianti di fegato eseguiti fino al 21 dicembre è stato di 85’.»

È stato anche sottolineato che, per raggiungere questi importanti risultati, è stata decisiva la collaborazione interna ed esterna all’azienda, con la rete di istituzioni che, in occasione di un prelievo d’organi, muove più di 100 persone.

«L’attività di trapianto presso i Riuniti, - afferma Giuseppe Remuzzi, direttore del Dipartimento di Immunologia clinica dei trapianti - rappresenta un programma molto completo che offre a Bergamo tutte le possibilità di trapianto ad adulti e bambini: dai trapianti di singolo organo, tessuti e combinati di organi (fegato-rene, fegato-cuore,cuore-polmone, fegato-polmone). Si è arricchito quest’anno con l’avvio del trapianto di isole pancreatiche singolo e combinato con il rene già autorizzato dal Ministero della Salute al quale è stata recentemente inviata la richiesta per il trapianto di intestino».

In questi anni, grazie anche alla stretta collaborazione con l’Aido, l’attività di trapianto è diventata uno dei capisaldi dell’attività clinica degli Ospedali Riuniti di Bergamo: dal 2001 fino al 30 settembre 2004 sono stati effettuati 1276 trapianti (153 solo nel 2004, 6 in più del 2003) in pazienti provenienti dalla provincia di Bergamo, ma anche da altre provincie lombarde e da altre regioni.

«Purtroppo però - precisa il cardiochirurgo Paolo Ferrazzi, direttore Dipartimento Cardiovascolare - le liste d’attesa restano ancora troppo lunghe e dal mondo della ricerca i chirurghi del cuore si aspettano molto, soprattutto per garantire ai pazienti pediatrici con il cuore nuovo una prospettiva di vita di più ampia. L’enorme responsabilità di ricevere un organo è quindi ancora più pregnante per tutto il nostro ospedale che ha la fortuna di poter contare su medici, infermieri e tecnici che storicamente hanno maturato una forte e preziosa professionalità nell’area dei trapianti».

(22/12/2004)

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