Dalle panchine alle politiche sociali
Scontro frontale tra Tentorio e Gori

«Gori infanga il nome di Bergamo: prima di parlare studi i dati, Bergamo è una città solidale» attacca il sindaco. «È grazie a lui e alla sua Giunta se Bergamo, città generosa e ricca di volontariato, è finita sui giornali e tg come esempio di ipocrisia e inciviltà» la replica.

«Gori ha fatto un grande errore di verità. Prima di parlare studi i dati. Bergamo è una città solidale». Non usa il fioretto il sindaco Franco Tentorio per rispondere al candidato primo cittadino Giorgio Gori sulla questione dei servizi sociali e delle panchine «antibivacco». Va giù di sciabola ma porta anche i numeri, le prove.

«Il dato oggettivo - ha detto in conferenza stampa Tentorio - è che dal bilancio consuntivo si deduce che nel 2013 sono stati spesi 10 milioni euro per i servizi sociali, sui 28 usciti dale casse comunali, ovvero quasi il 40 per cento del bilancio».

«Questo dice che siamo una amministrazione attenta», ha proseguito, illustrando poi alcuni progetti portati avanti (Terre di Mezzo, la Galgario ecc».

A proposito delle panchine: «Giudichiamo le panchine di modesto impatto sull’ordine. Peraltro si tratta di una iniziativa replicata da tante altre esperienza italiane e straniere».

Poi l’affondo: «Nessuna amministrazione come quella attuale ha mai fatto tanto per l’aspetto sociale. Gori deve studiare i dati prima di poter parlare. Quando dice che non siamo stati in grado di affrontare il tema della povertà, dice una tremenda falsità. Infanga il nome di Bergamo».

A sostegno del sindaco Tentorio sono intervenuti anche l’assessore alla Sicurezza Massimo Bandera e l’assessore alle Politiche sociali Leonio Callioni che ha detto «Gori si è fermato all’apparenza, l’amministrazione non si è dimenticata dei senzatetto».

Ma Gori non ci sta, e dopo poche ore arriva la replica: «Tentorio alza i toni per coprire la pessima figura rimediata con le panchine anti-poveri. È grazie a lui e alla sua Giunta se Bergamo, città generosa e ricca di forme di volontariato, è finita sui giornali e tg nazionali come esempio di ipocrisia e di inciviltà.La sua amministrazione ha totalmente abdicato ad un ruolo di regìa delle forme di assistenza verso le gravi marginalità, che oggi si reggono esclusivamente grazie all’impegno di uomini e di risorse della Diocesi e dell’associazionismo».

«Il tavolo di coordinamento non viene convocato da mesi. Mi invita a studiare? Temo che sia lui ad aver bisogno di ripetizioni. Si attribuisce il merito di “Terre di mezzo’”senza sapere che il servizio è stato finanziato per un anno da Trenord, che è proseguito durante l’inverno grazie a Caritas, Esodo e Nuovo albergo popolare, e che, attualmente è sostenuto solo dalla Caritas. Il Comune non ci ha mai messo una lira».

«Quanto alla “nuova sede di don Resmini” - immagino si riferisca alla mensa - è ancora priva di impianti e serramenti, mentre il servizio di refezione viene svolto in un container. E il fondo “Famiglia e Lavoro”, creato nel 2009 dalla giunta Bruni con l’assessore Carnevali, non è mai stato rifinanziato da questa amministrazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA