Parla la moglie di Massimo Bossetti
«Non ha ucciso Yara, era a casa»

Marita Comi, la moglie di Massimo Bossetti, rompe il silenzio e affida al settimanale «Gente», in edicola, un memoriale in cui racconta la sua vita familiare. E difende il marito. «Massimo non poteva essere là fuori a uccidere, perché era a casa».

Marita Comi, la moglie di Massimo Bossetti, rompe il silenzio e affida al settimanale «Gente», in edicola, un memoriale in cui racconta la sua vita familiare. E difende il marito.

«Se Yara fosse stata uccisa al mattino o al pomeriggio, forse non potrei giurare sull’innocenza di mio marito. Ma quella bambina è morta dopo le 19, forse dopo le 22. Massimo non poteva essere là fuori a uccidere, perché era a casa. Mi dicono: come fai a esserne certa? Perché ogni giorno per noi è identico all’altro, da sempre. Ecco perché posso sostenere: io so che non è lui, io gli credo».

Marita ha una certezza granitica, anche a dispetto dei risultati del dna: «Non è stato mio marito a uccidere Yara». La signora Bossetti ricorda anche quel 16 giugno, quando hanno arrestato suo marito: «Mi sono entrati in casa all’improvviso, erano almeno 20 carabinieri, erano sulle scale, in cucina, ovunque».

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