Sangue in Sri Lanka: oltre 200 morti
Otto esplosioni. La preghiera del Papa

Il dolore del Papa e di tutto il mondo. Tragedia in Sri Lanka con oltre 200 morti nelle otto esplosioni che sono state messe a segno nelle chiese e negli hotel colpiti da una raffica di attentati nel giorno di Pasqua. Tra i morti anche 35 stranieri.

«Ho appreso con tristezza e dolore la notizia dei gravi attentati che, proprio oggi, giorno di Pasqua, hanno portato lutto e dolore in alcune chiese e altri luoghi di ritrovo dello Sri Lanka. Desidero manifestare la mia affettuosa vicinanza alla comunità cristiana, colpita mentre era raccolta in preghiera, e a tutte le vittime di così crudele violenza. Affido al Signore quanti sono tragicamente scomparsi e prego per i feriti e tutti coloro che soffrono a causa di questo drammatico evento». Così il Papa nel messaggio di Pasqua.

Pasqua di sangue in Sri Lanka devastato da una serie coordinata di attacchi tra i più sanguinosi degli ultimi anni contro la comunità cristiana. Oltre 200 morti, di cui almeno 35 stranieri, e più di 500 feriti sono il bilancio ancora provvisorio di otto esplosioni, le prime sei in simultanea, che hanno squarciato chiese nell’ora della messa ed alberghi pieni di turisti.

Lo Sri Lanka, dopo decenni di conflitti interni tra Governo e separatisti tamil e un periodo di pace, all’alba è ripiombato nell’incubo. Sei esplosioni in sequenza sono avvenute in tre chiese e tre alberghi della capitale Colombo, frequentati anche da stranieri, e in altre due località, Batticaloa e Negombo. Per i fedeli in preghiera non c’è stato scampo.

Altri due kamikaze sono entrati in azione ore più tardi alla periferia di Colombo, seminando ancora morte. Tra le vittime straniere si contano «diversi» americani (come annunciato dal segretario di Stato Usa Mike Pompeo), britannici, olandesi, danesi, due turchi, un cinese e un portoghese. Al momento non risultano italiani coinvolti. La Farnesina ha comunque attivato l’unità di crisi e sta effettuando verifiche. Da una località della costa cingalese è arrivata la testimonianza di una coppia di italiani in vacanza. «Eravamo in pullman - racconta Roberto Mariotti, avvocato fiorentino di 46 anni - stavamo andando verso una struttura turistica sul mare, dove ora siamo arrivati e da dove, almeno fino a domani alle 6.00, ci hanno detto, non potremo muoverci». Ad informare Mariotti e la sua fidanzata di Cagliari, di quanto accaduto nel Paese sono stati i genitori che li hanno chiamati dall’Italia per avere loro notizie. La paura si è diffusa in fretta: il governo ha imposto un coprifuoco di 12 ore, dalle 18 (le 14.30 in Italia) alle 6 del mattino, lasciando però la possibilità di partire a chi intenda abbandonare il Paese.

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