Pedofilia online: indagato imprenditore di Bergamo

C’è anche un piccolo imprenditore di Bergamo fra le persone indagate e accusate di far parte di una presunta comunità di pedofili che condividevano attraverso internet, con programmi di scambio di dati - il cosiddetto «file sharing» - filmati video di abusi sessuali su minori in giovane età.

L’osceno traffico in rete è stato scoperto dalla polizia postale e della comunicazioni di Catania, che ora sta cercando di ricostruire i vari passaggi del materiale anche nel tentativo di risalire alla fonte.

Il bergamasco è un 40enne residente in città che - secondo le informazioni fornite dalla polizia postale - risulta indagato senza che sia stata presa alcuna misura cautelare: sono state eseguite perquisizioni sia nella sua abitazione sia in ditta.

Oltre che a Bergamo interrogatori e perquisizioni sono scattati dalla notte scorsa in 22 città, un po’ in tutta Italia: Messina, Ragusa, Roma, Milano, Lecce, Taranto, Napoli, Salerno, Caserta, Potenza, Rovigo, Treviso, Cuneo, Brescia, Varese, Modena, Sassari, Savona, Trieste, Arezzo e Siena.

In totale gli indagati sono 26. Gli investigatori, su disposizione del sostituto procuratore Leotta, stanno compiendo dalla notte scorsa una raffica di accertamenti.

(9/2/2004)

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