Periti al lavoro sulla croce di Cevo
L’acqua aveva consumato il legno?

Il drammatico crollo del 24 aprile, con la croce che travolse il 21 enne di Lovere Marco Gusmini. Periti al lavoro per analizzare il moncone: «Non ci sbilanciamo» la posizione di quelli della Procura di Brescia. Sono 13 gli indagati.

Perché quella croce si è spezzata quel 24 aprile? Un interrogativo drammatico, come la morte di Marco Gusmini, il 21 enne di Lovere travolto dalla «Croce del Papa» a Cevo.

Una domanda alla quale la Procura di Brescia sta cercando di rispondere per capire se quella tragedia poteva essere evitata e se ci sono quindi delle precise responsabilità penali: sono 13 le persone indagate. Nella mattinata di giovedì 19 giugno i periti nominati dal pm Katy Bressanelli sono tornati in Valle Camonica per un nuovo sopralluogo. Con loro c’erano anche tutti i periti e i legali di parte insieme ad alcuni dei loro assistiti e i vigili del fuoco di Darfo perché proprio c’era uno degli accertamenti tecnici più delicati: il moncone della croce è stato tagliato a ridosso del punto in cui si è spezzato in modo che anche il legno rimasto integro potesse essere analizzato e visionato con attenzione.

Il legno lamellare appariva, al suo interno, consumato dall’acqua. «Ma noi non ci sbilanciamo» hanno dichiarato i periti della procura. Secondo i rappresentanti della ditta franciacortina Moretti Interholz invece questo proverebbe che all’origine del crollo non ci sarebbe un difetto strutturale ma o una errata manutenzione oppure una installazione che non ha tenuto conto dei danni provocati dal maltempo su una struttura non protetta dalle intemperie. Ma la vicenda è ancora tutta da chiarire.

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