Numeri vertiginosi, e non solo per l’alta quota. Sessanta milioni di euro necessari, sette Comuni coinvolti tra l’Alta Valle Seriana e la Valle di Scalve (in pieno Parco delle Orobie e quindi in Zps, zona a protezione speciale), 30 chilometri di piste su 13 chilometri quadrati di territorio, un ampliamento di 6 milioni di metri quadri delle aree sciabili (spalmati sulle località Avert, Vodala e Foppane a Gromo, Lizzola a Valbondione, Rigada di Oltressenda Alta, Val Conchetta a Colere e Teveno di Vilminore) rispetto agli attuali oltre 21 milioni.Il paradiso dello sci - il progetto spinto dalla Provincia (sottoscritto da Comunità montane e amministrazioni locali, ma bollato da Legambiente con la «bandiera nera») per collegare Colere, Gromo e Lizzola in un unico comprensorio, ridando smalto agli impianti esistenti e alle economie vallari - continua a dividere. Da una parte i sindaci e la maggior parte della popolazione locale che sostiene la scelta: «Senza, la montagna muore». Dall’altra le associazioni ambientaliste che, riunite nella neonata «Orobievive», fanno blocco: «Così si fa scempio di un’area protetta e non si tiene conto dei mutamenti climatici in atto. Nevicherà sempre meno, bisogna riconvertire il turismo». Il solito braccio di ferro tra il partito del fare e il partito del no? Quel che è certo è che chi osteggia il progetto respinge l’etichetta di ostruzionista: «Vogliamo uno sviluppo, ma sostenibile». E chi lo promuove non accetta lezioni di ecologia: «Sappiamo che la natura è il valore di questi luoghi, per cui sono in corso tutte le valutazioni del caso».Tutti i dettagli su L’Eco di Bergamo del 5 ottobre(05/10/2008)
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