Più facile arrivare ad Oslo che a Roma
«Bergamo è come nel secolo scorso»

La disamina attenta e polemica al punto giusto di una lettrice sulle difficoltà che Bergamo ha nel raccordarsi alle grandi reti nazionali di trasporto: «A Milano, da Roma, si arriva in 3 ore col Frecciarossa o Italo. Ma poi si è catapultati nel secolo scorso».

Periferia dell’impero? Forse sì. Perché per usare le parole di Fiammetta Boccaccio, una nostra lettrice, «continua ad apparire curioso che da Bergamo sia più facile raggiungere Oslo che la Capitale». La sua è una disamina attenta e polemica al punto giusto sulle difficoltà che Bergamo ha nel raccordarsi alle grandi reti nazionali di trasporto: «A Milano, da Roma, si arriva in tre ore col Frecciarossa (quello diretto) o con Italo. Ma poi si è catapultati nel secolo scorso».

Come è noto, alla fine di marzo 2014 la Ryanair ha deciso di cancellare i tre voli quotidiani sulla tratta Bergamo-Roma. Poco dopo, la compagnia italiana Blu-Express è subentrata (si fa per dire), proponendo un solo volo al giorno, pensato per chi da Bergamo va a Roma e ne torna in giornata (chi deve fare l’itinerario inverso deve dormire due notti a Bergamo). I due Boeing in servizio hanno superato da tempo la giovinezza, e i prezzi sono medio alti per una compagnia low-cost (dal doppio al quadruplo di Ryanair). Senza contare che d’estate anche la Blu-Express va in vacanza: perché le risulta più remunerativo impiegare gli aeromobili per voli charter.

È insomma evidente che Bergamo si è allontanata dalla capitale: quando, come in queste settimane, non restano che i treni, si è passati da un’ora di volo a quasi cinque ore di viaggio. Al cittadino che ha scelto di lavorare in questa città e per questo Paese continua ad apparire curioso che da Bergamo sia più facile raggiungere Oslo che la Capitale. Curioso soprattutto che una città che ambiva a farsi Capitale della Cultura nel 2019 non corra ai ripari. Basterebbe un po’ di buon senso.

Pare che l’alta velocità arrivi a Brescia, e che arrivi persino a Treviglio. A Bergamo, invece, si spendono milioni per rifare la stazione: certo, ne aveva bisogno, ma a che serve una stazione bella se poi i treni non sono all’altezza? Forse il restyling serve a offrire lo shopping a chi è costretto a passarci ore perché i treni non arrivano? Nessuna notizia sull’Alta Velocità a Bergamo, nessun investimento.

Già, perché il problema è Bergamo. A Milano, da Roma, si arriva in tre ore col Frecciarossa (quello diretto) o con Italo. Ma poi si è catapultati nel secolo scorso. Da Milano Centrale c’è un treno all’ora. Dicevo del buon senso: che qualcuno, vi prego, dica a Trenord di fare in modo che almeno i treni per Bergamo siano in coincidenza, diciamo un quarto d’ora dopo l’arrivo dei Frecciarossa, non 10 minuti come adesso, perché basta un microritardo o un po’ di folla sui binari per perderlo. Sorvoliamo sul fatto che ciò che prima era il tabellone partenze arrivi, quello che si deve guardare di corsa quando si ha fretta, per vedere il binario del treno in coincidenza, è ora un doppio enorme display pubblicitario, e che gli arrivi e partenze sono indicati in piccolo su minimi schermi posti su colonnine in mezzo all’atrio, con la gente assiepata intorno, talché se sei miope è un guaio)

Sulla rotta inversa è ancora peggio: impossibile rischiare prendendo un treno regionale che arriva cinque minuti prima del Frecciarossa diretto: se lo si perde, oltre al tempo si perdono soldi, e molti. Così, si è costretti al Frecciarossa che fa tutte le fermate: mezz’ora in più. Da Lambrate, dove non ferma nessun treno ad Alta Velocità, ci sono più treni da e per Bergamo. Li si guarda con l’acquolina in bocca quando Italo passa da Lambrate senza fermarsi, nei 25 minuti (25!) impiegati per andare da Rogoredo (prima fermata) a Porta Garibaldi (capolinea). Tocca dunque andare a Garibaldi, dove c’è un treno l’ora, ovviamente situato a 6 minuti di coincidenza dall’arrivo di Italo, e nel binario più lontano (ma Garibaldi è lucente di negozi per ingannare l’attesa di un’ora se lo perdi – e lo perdi).

Rotta inversa, idem: arrivo previsto 4 minuti prima della partenza di Italo. Imprudente tentare, persino in Svizzera. E trascuriamo il viaggio, equamente diviso tra il frigorifero e il forno (l’aria condizionata, se c’è beninteso, è a 16 gradi in partenza, poi improvvisamente si spegne, talché dopo l’Adda si suda). Su tutto, però, trionfano i tempi di percorrenza: un’ora e 7 minuti via Monza, quasi un’ora via Treviglio. Ho controllato un orario del 1970: non sono cambiati. Poi, non lamentiamoci se ci danno dei provinciali.

Ps:Trenord ha annunciato di essere in attivo di bilancio. Suggerirei di investire parte degli utili per pagare qualcuno che sappia organizzare gli orari.

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