«Precariato illegittimo»: l’Abb dovrà reintegrare un operaio
Per noi si tratta di un risultato importante nella battaglia contro un finto, illegittimo e diffuso utilizzo dei contratti precari che sostituiscono il lavoro stabile”: così Mirco Rota, segretario generale provinciale della Fiom-Cgil di Bergamo, ha commentato la sentenza con cui il Tribunale del lavoro di Bergamo, il 19 dicembre scorso, ha dato ragione al sindacato dei metalmeccanici Cgil e ad un lavoratore che per troppo tempo e senza ragione era stato costretto al precariato. La vicenda è quella di Giacomo Radaelli, lavoratore quarantatreenne di Dalmine, che ha lavorato come operaio generico (terzo livello) alla ABB Power Technologies spa dal 9 agosto 2004 fino al 22 dicembre 2006 con tre contratti di lavoro somministrato a termine consecutivi. Assistito dall’avvocato Loredana Baschenis e sostenuto dalla Fiom-Cgil provinciale, il lavoratore ha deciso di fare causa all’azienda metalmeccanica di Dalmine, che occupa in maniera diretta 650 persone (a cui va aggiunto un centinaio di interinali) nella produzione di interruttori di media tensione e quadri elettrici.A dicembre è arrivata la sentenza di primo grado che ha sancito la “nullità” dei contratti applicati al lavoratore e ne ordina la riammissione in servizio. ll tribunale ha anche condannato la ABB al pagamento delle retribuzioni non corrisposte a Giacomo Radaelli nel periodo a partire dalla fine del contratto di somministrazione illegittimo (dicembre 2006) fino al ripristino del rapporto. “La sentenza prova la veridicità delle ragioni che la Fiom ha sostenuto nei confronti di ABB rispetto al suo utilizzo irragionevole di contratti interinali che nello stabilimento di Dalmine in questi anni hanno raggiunto una dimensione spropositata per numero e per durata” ha spiegato Mirco Rota. “Dal 2003 sono circa un centinaio i contratti in somministrazione che l’azienda utilizza stabilmente a fronte di 650 dipendenti assunti in maniera diretta e a tempo indeterminato. Dopo questa sentenza che riguarda una vicenda individuale sarebbe utile che ABB iniziasse davvero a discutere col sindacato a proposito di forme di stabilizzazione concrete dei lavoratori precari a partire da quelli che si trovano in questa situazione da più tempo”. L’azienda aveva motivato i tre contratti in somministrazione di Giacomo Radaelli come assunzioni dovute a “punte di intensa attività e all’impossibilità di farvi fronte con il ricorso ai normali assetti produttivi aziendali connessi a richieste di mercato derivanti da acquisizione di commesse o lancio di nuovi prodotti o anche indotti dall’attività di altri settori”.Invece, nella sentenza del Tribunale si legge che: “Il massiccio ricorso al contratto di somministrazione effettuato da ABB denota una politica aziendale di estrema flessibilità occupazionale non consentita dal nostro ordinamento, che pur sempre guarda con cautela alle forme contrattuali meno garantite di quelle ordinarie a tempo indeterminato sottoponendole a presupposti e a condizioni di vanità normativamente determinati”.E ancora: “La dimensione quantitativa del ricorso al contratto di somministrazione effettuato da ABB Power, la durata complessiva del suo protrarsi, considerati anche i rinnovi contrattuali, la mancanza di vere e proprie punte di attività portano necessariamente a ritenere che nelle medesime circostanze l’azienda avrebbe ben potuto ricorrere alle assunzioni dirette, con le conseguenze in termini di stabilità del rapporto che essa comporta”. Verdellino: scoppia caldaia, operaio intossicato (07/01/2009)