Processo ultrà, il «Bocia» in aula
In tribunale il dvd sulla Curva

Ci sarà anche Claudio «Bocia» Galimberti venerdì mattina 28 febbraio all’udienza preliminare in cui il giudice Patrizia Ingrascì sarà chiamata a decidere sul rinvio a giudizio suo e di altri 150 tifosi a vario titolo protagonisti dell’inchiesta del pm Carmen Pugliese sul tifo violento.

Ci sarà anche Claudio «Bocia» Galimberti venerdì mattina 28 febbraio all’udienza preliminare in cui il giudice Patrizia Ingrascì sarà chiamata a decidere sul rinvio a giudizio suo e di altri 150 tifosi a vario titolo protagonisti dell’inchiesta del pm Carmen Pugliese sul tifo violento.

E i rumors della vigilia dicono che la presenza del capo ultrà atalantino non sarà silenziosa. Pare infatti che il leader della tifoseria sia intenzionato a chiedere la parola al giudice, per rendere dichiarazioni spontanee e portare all’attenzione alcuni aspetti della vita della Curva non emersi, a suo giudizio, dalle carte dell’inchiesta.

Negli atti della maxi indagine sul tifo violento bergamasco gli inquirenti parlano degli ultrà come «manovalanza scontrista», gente che «scorre per le pubbliche vie in armi in occasione degli scontri con le forze dell’ordine o con le altre tifoserie». Sempre le carte d’indagine dipingono proprio il Bocia come leader «capace di guidare e trascinare un manipolo di invasati». Ebbene, sembra che Galimberti chiederà al giudice di poter parlare dell’altra faccia della medaglia, del valore del tifo organizzato come momento di aggregazione e non come «associazione per delinquere», come invece sostiene la pubblica accusa.

Gli avvocati chiederanno al giudice dell’udienza preliminare anche l’acquisizione di un dvd contenente il filmato documentario dal titolo «L’altra faccia della Curva», realizzato dalla bresciana Milva Cerveni, e presentato ufficialmente solo una settimana fa in un teatro di Dalmine, davanti a 500 persone. Il filmato contiene testimonianze di ultrà e e di alcune associazioni sostenute dai supporters nerazzurri, come «Gli amici della Pediatria» di Bergamo e «L’Aquila Rugby 1936».

Per saperne di più leggi L’Eco di Bergamo del 28 febbraio

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