Profughi, il prefetto: «Non nego criticità
ma pronti ad accoglierne altri»

Hanno messo i loro occhi nei suoi, e Francesca Ferrandino non dimentica le tragedie, le umiliazioni e le sofferenze scritte in quegli sguardi, spesso con il sangue.

Ecco perchè il prefetto di Bergamo - che dell’emergenza profughi se ne occupa ormai dal 2010, quand’era prefetto in Sicilia - dedica al tema un’attenzione in più, che le nasce dal profondo del cuore. «Quella sulle coste siciliane - racconta - è stata un’esperienza formativa estremamente importante, anche sotto il profilo umano, per le emozioni che situazioni drammatiche come queste sanno suscitare nell’animo. Un’esperienza che ora mi è utile anche qui a Bergamo, seppure in una prospettiva diversa».

Sul tema, però, cresce la tensione e i rapporti con i sindaci non sembrano essere tra i più idilliaci.

«Il dialogo che si è instaurato con i sindaci non è distruttivo, ma, al contrario, costruttivo, pur con delle divergenze di opinione e delle criticità che nessuno nega. Tuttavia abbiamo il dovere di dare una risposta equilibrata che contemperi le esigenze di tutti. Cosa oggettivamente non facile, ma sulla quale siamo tutti fortemente impegnati».

Cosa pensa delle dichiarazioni di Maroni? «Ai prefetti non competono giudizi di natura politica sul tema. Noi dobbiamo fare sintesi e dare risposte concrete».

Sabato ci sarà la manifestazione dei sindaci della Lega, con Maroni e Calderoli in testa, proprio sotto le sue finestre: cosa si aspetta? «Niente. vedremo».

Arriveranno altri profughi nella Bergamasca? «Credo di sì».

Molti? «Dipende dagli accordi che verranno fatti al tavolo Stato-Regioni».

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