«Quando dissi a Morandi:
questa gestione così non va»

«Io le magagne le segnalavo puntualmente, ma mi rispondevano che ero il solito guastafeste». Le magagne di ieri sono diventate, oggi, la messa in liquidazione di Sviluppo turistico Lizzola, deliberata mercoledì dall’assemblea dei soci.

«Io le magagne le segnalavo puntualmente, ma mi rispondevano che ero il solito guastafeste». Le magagne di ieri sono diventate, oggi, la messa in liquidazione di Sviluppo turistico Lizzola, deliberata mercoledì dall’assemblea dei soci.

E il guastafeste è Walter Semperboni, mentre (per chiudere il cerchio) chi così lo apostrofava era (è l’ammissione del presidente della società degli impianti) Benvenuto Morandi.

Nel commentare la chiusura degli impianti di casa sua il presidente Stl precisa di «aver resistito finché s’è riuscito: potevamo dimetterci e invece ci abbiamo messo del nostro cercando di risparmiare a Lizzola la fine peggiore», ma aggiunge anche dell’altro.

Dice che «Benvenuto ha tenuto in piedi per 10 anni Stl, ne ha cambiato il volto» ed elenca la pista del Sole, la sua seggiovia e i rifugi Mirtillo e Due Baite realizzati per ultimi. «Che poi l’abbia fatto, se l’ha fatto, con i soldi degli altri, questo non va bene. Ma mi devono spiegare anche come mai erano così amici, Morandi e il Gamba.

«Comunque per il bene dell’azienda io ciò che non andava l’ho sempre detto» prosegue Walter Semperboni. Cosa? «Ho visto buste paga da 5 mila euro - risponde -, ho visto la pista da fondo di Corti che ci costava 6 mila euro l’anno e noi non prendevamo niente dal gestore». Chi era? «Gli ultimi tre anni era il cugino di Morandi. Quando gli ho fatto presente queste cose, questo modo di gestire la società che oggi si vede a cosa ha portato, ha detto che sono un rompi...».

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