Resistenza: sovversivi e partigiani
I documenti dell’Archivio di Stato

Tremilacinquecento fascicoli per altrettanti visi, di uomini e donne di tutta la provincia, considerati pericolosi, sovversivi. E poi documenti ufficiali e inediti, trovati nell’archivio della Prefettura, che testimoniano la storia della Resistenza nella Bergamasca.

Sono questi i due fondi archivistici che verranno presentati nella Sala Conferenze dell’Archivio di Stato di Bergamo giovedì 14 maggio alle 16, in occasione di una giornata di studi per il 70° anniversario della Liberazione. «Il primo dei due fondi - spiega la vicedirettrice dell’Archivio di Stato, la dottoressa Maria Pacella - è quello dei cosiddetti “sovversivi”, persone pericolose per la sicurezza nazionale. Un fondo che è stato versato all’Archivio dalla Questura, come accade per tutti i documenti che non servono più a usi amministrativi. Noi ci siamo occupati, con la collaborazione dell’Archivio Bergamasco e dell’Università degli Studi di Bergamo e con il sostegno economico del Comitato Antifascista Bergamasco, di ordinarli, inventariarli e inserire le singole schede in un data-base, appositamente creato dalla società Mida Informatica, che dal prossimo anno sarà consultabile online».

I documenti sono relativi al periodo compreso tra il 1903 e il 1943. Le persone schedate dagli organi di polizia, erano sospettate di far parte dell’opposizione politica e sociale ai governi liberali, da Crispi a Giolitti, e poi al regime fascista fino alla seconda guerra mondiale. «Il secondo fondo - continua la vicedirettrice - è quello che riguarda le carte dell’Ufficio Patrioti di Bergamo, che l’Archivio Bergamasco ha “adottato” per il 70° anniversario della Liberazione». Il fondo è costituito dagli atti e dalla corrispondenza dell’Ufficio Patrioti, istituito dopo la Liberazione alle dipendenze del Governo militare alleato e, successivamente, del Ministero dell’Assistenza post bellica, per procedere alla smobilitazione dei partigiani, alla raccolta delle informazioni sui partecipanti alla Resistenza per il riconoscimento delle qualifiche di partigiano, patriota e benemerito nella lotta di Liberazione.

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