«Rifiuti per arginare la frana»
Cantiere Fara, chiesto processo

Per la difesa lo smaltimento di rifiuti è reato istantaneo: s’esaurisce al momento del deposito e va considerato ormai prescritto. Per l’accusa, invece, essendo il materiale ancora presente nel cantiere del parcheggio di via Fara, il reato è da considerarsi permanente.

Per la difesa lo smaltimento di rifiuti è reato istantaneo: s’esaurisce al momento del deposito, ed essendo l’ultimo trasporto datato 4 marzo 2009, va considerato ormai prescritto. Per l’accusa, invece, essendo il materiale ancora presente nel cantiere del parcheggio di via Fara, il reato è da considerarsi permanente.

È stato questo il motivo del contendere mercoledì 19 marzo davanti al gup Tino Palestra, chiamato a decidere del destino di cinque indagati: l’imprenditore Pierluca Locatelli, ex patron del gruppo Locatelli di Grumello del Monte, e i suoi ex collaboratori, Luca Piero Milesi, Andrea Fusco, Giovanni Rocca e Corrado Sora, assistiti dagli avvocati Marina Zalin del foro di Verona e Giuseppe Scozzari del foro di Agrigento.

I pm Franco Bettini e Laura Cocucci per i cinque hanno chiesto il rinvio a giudizio, a cui si sono associati gli avvocati di parte civile Alessandro Zonca (per il Comune di Bergamo) e Andrea Schietti del foro di Milano (per la società Bergamo Parcheggi). Le difese hanno invece invocato il non luogo a procedere. Il gup scioglierà la riserva sulla decisione nell’udienza fissata per il 2 aprile prossimo.

La vicenda è quella relativa ai lavori nel cantiere del parcheggio della Fara. Nel 2008 si registra uno smottamento, per tamponare il quale viene realizzata una sorta di barriera con terra di riporto. L’appalto viene affidato al gruppo Locatelli, che conferisce alla Fara materiale proveniente dalla scavo per la realizzazione della galleria Parscera tra Carvico e Villa d’Adda.

Anche questi siti, nonostante l’inchiesta sia conosciuta come quella del parcheggio della Fara, rientrano nelle indagini condotte dal Corpo forestale dello Stato, come ha sottolineato ieri in aula il pm Cocucci. Per l’accusa sarebbero stati «smaltiti abusivamente 80 mila metri cubi di materiale argilloso, misto a tubi di plastica, vetroresina da qualificarsi come rifiuti speciali» e «scorie di fonderia».

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