S. Caterina, Confesercenti contesta:
«Nessuna distinzione tra buoni e cattivi»

«Il Comune usa il pugno duro in Borgo Santa Caterina» inizia così il comunicato stampa di Confesercenti dopo il «coprifuoco» deciso dal Comune di Bergamo in merito agli esercizi commerciali di Santa Caterina.

«Accogliendo le lamentele dei residenti - continua il comunicato -, si chiude all’1.30. L’ordinanza viene emessa ”per la tutela della convivenza civile, della coesione sociale, della vivibilità e dell’incolumità pubblica”. Il punto principale riguarda gli orari di chiusura:dall’1,30 alle 6 del mattino». Un limite che secondo Confesercenti colpisce tutti «gli esercizi di vendita al dettaglio di somministrazione di alimenti e bevande in locali aperti al pubblico» comprese «le attività artigianali e non di produzione alimentare take away».

«Si fa di un’erba un fascio, senza distinguere tra buoni e cattivi» continua l’associazione, che dice: «Ignorate le richieste di Confesercenti e Ascom, che avevano chiesto soluzioni più ragionevoli e condivise».

«Abbiamo dialogato nei giorni scorsi con l’Amministrazione - sottolinea con amarezza Filippo Caselli, vicedirettore di Confesercenti Bergamo - cercando di rappresentare la nostra contrarietà ad un intervento ordinatorio che limitasse gli orari di apertura dei locali pubblici del Borgo, facendoci interpreti in particolare della richiesta di alcuni operatori che da sempre, consapevoli dell’impatto generato che in taluni giorni della settimana la concentrazione di attività produce, si erano impegnati non solo a rispettare le ordinanze precedenti, ma anche assumendo dei costi relativi ad un prezioso servizio di sicurezza dentro i locali, garantendo la pulizia del sedime stradale e assicurando la chiusura delle attività in determinati orari, rinunciando alla possibilità data dalla legge di un’apertura prolungata durante tutta la notte».

«Evidentemente queste buone prassi, non sono state prese in considerazione dall’Amministrazione che provvedendo per tutta la via finisce per penalizzare non solo gli sforzi posti in essere, ma anche pubblici esercizi ai quali non è dato ascrivere alcuna responsabilità per i fatti richiamati nell’ordinanza. Avremmo preferito interventi mirati per contenere o rimuovere le situazioni di maggior problematicità».

Intervenire sugli orari dei pubblici esercizi significa «incidere su uno dei fattori dai quali dipende la concorrenzialità dei locali e della loro capacità di “stare sul mercato”: la competitività dei locali notturni dipende in buona parte dagli orari. La restrizione imposta inciderà significativamente sull’andamento economico delle aziende, già provate da un drastico calo dei consumi che da mesi registriamo anche in città» continua l’associazione che conclude il suo comunicato: «Ci riserviamo di valutare attentamente, anche insieme agli operatori del Borgo, i contenuti dell’ordinanza e i suoi effetti concreti».

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