Scontri con gli ultrà, un poliziotto
«Nessuno di loro era lì per caso»

«Basta dire che sono stati presi per caso: nessuno dei sei arrestati era nei pressi del baretto, ma tutti vicino alla curva Nord»

A parlare, esasperato, è uno degli agenti di polizia che sabato sera ha partecipato al servizio d’ordine fuori dal Comunale. «Che cosa dovremmo fare di più? Immolare la nostra vita? A casa c’erano mia moglie e i miei figli, terrorizzati per quello che stava accadendo. Io stesso amo l’Atalanta, amo i tifosi e anche gli ultrà. Ma questi cento facinorosi che ogni volta ci attaccano non hanno nulla a che vedere con lo sport».

«Li abbiamo accerchiati da tre diversi punti, dunque non c’era nessun altro oltre a gente con passamontagna, pietre in tasca e fumogeni identici ai nostri. Non c’erano passanti che, poverini, sono rimasti coinvolti in quello che accadeva loro malgrado, questo deve essere chiaro. Gli arrestati facevano parte di un gruppo di una trentina di scalmanati e pericolosi che continuava a tirarci addosso di tutto. Era impossibile entrare o uscire dall’accerchiamento per caso».

Il clima in strada era da guerriglia, sembrava un blitz militare: «Ci hanno messo in pericolo la vita – aggiunge l’agente di polizia – ed è stato un attacco premeditato».

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