Scontro interno alla maggioranza
Rinviati i decreti per quota 100 e reddito

Scricchiola la maggioranza giallo-verde. Lo scontro sui migranti con il premier Conte che ha aperto all’accoglienza degli extracomunitari presenti sulle navi delle ong tedesche, andando così in rotta di collisione con la linea della fermezza del ministro Salvini, ha riacceso a cascata tanti focolai di tensione.

Dalla Tav alle trivelle nello Jonio per finire al decreto sul reddito di cittadinanza e quota 100, tra Lega e l’alleato pentastellato è tutto un susseguirsi di distinguo e di veti che bloccano i provvedimenti in cantiere. Tant’è che nei corridoi parlamentari non pochi evocano la crisi di governo.

Circostanza questa che i protagonisti, da Luigi Di Maio a Matteo Salvini, ufficialmente smentiscono. Così se il leader pentastellato avverte che «Matteo, Giuseppe Conte ed io troviamo sempre una soluzione», il segretario leghista non è da meno e sostiene di «non voler far saltare il governo» e di non pensare a un rimpasto. Resta il fatto che, oltre al rinvio alla prossima settimana del decreto con le due misure simbolo dei giallo-verdi, salta anche la nomina alla guida della Consob e si registra una forte frenata leghista sullo stop alle trivelle nello Jonio nonché sulla Tav Torino-Lione, opera che vede apertamente i leghisti favorevoli.

Una caduta del governo, ragionano comunque i parlamentari leghisti, aprirebbe una partita dagli esiti imprevedibili, perché potrebbe portare non alle elezioni anticipate ma a un tentativo di ribaltone di maggioranza e di governo tra M5S e Pd.

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