Scuole non statali: mancano i fondi

È tempo di bilanci per la scuola paritaria a quattro anni dall’entrata in vigore della legge 62. Un sistema normativo che ha rappresentato la svolta nel panorama scolastico italiano perché ha riconosciuto alle scuole paritarie private e agli enti locali la stessa funzione formativa della scuola statale. Con questa legge, in sostanza, si è inteso garantire al cittadino la libertà di scegliere il percorso culturale più idoneo al proprio pensiero. Ma nei fatti, i cittadini sono liberi di scegliere il proprio percorso formativo? Non completamente. L’ostacolo, come sempre, è di natura economica. Lo Stato prevede delle erogazioni di denaro alle scuole paritarie, così come sono previsti contributi per le famiglie che optano per la scuola non statale e borse di studio per gli studenti meritevoli, ma i finanziamenti non coprono le spese, il risultato è che le rette sono molto più alte rispetto alle scuole statali. Libertà di scelta sì, quindi, ma se si hanno i mezzi.

Inoltre, il passaggio alla parità per molte scuole non è stato indolore. Molti istituti sono stati costretti a chiudere e altri sono stati sul punto di farlo. «Nel caso delle scuole cattoliche – spiega monsignor Achille Sana, delegato provinciale per la Fidae, federazione italiana delle attività educative e preside del collegio Sant’Alessandro – i problemi maggiori sono scaturiti dalla quasi totale scomparsa di personale religioso. La crisi delle vocazioni ha fatto sì che gli insegnanti laici sostituissero quasi completamente suore o preti, con un conseguente aumento dei costi di gestione. A Bergamo è intervenuta la Curia, come nel caso dell’Istituto Bartolomeo Capitanio, l’Istituto Sacro Cuore di Villa d’Adda, la scuola del Bambin Gesù e Maria Consolatrice, in altre parti d’Italia, invece, molte istituzioni sono scomparse».

Monsignor Vittorio Bonati, delegato vescovile per la scuola, pur condividendo pienamente l’ispirazione della legge, non trova un pari riscontro nel comportamento della maggior parte delle forze politiche. «Le scuole paritarie – afferma – vanno continuamente incontro ad enormi difficoltà. I fondi che abbiamo ricevuto finora sono solo briciole. Stando ai dati, solo la materna ha potuto raggiungere il pareggio, la scuola elementare lo raggiunge a malapena, anche se i fondi arrivano con notevole ritardo, mentre la media e la superiore hanno grossi problemi. Nonostante la legge paritaria sia entrata in vigore da diverso tempo, a tutt’oggi persistono forti incomprensioni da parte del mondo culturale nei confronti della scuola cattolica e posso dire che la Curia di Bergamo è stata lungimirante quando ha istituito il fondo diocesano per sostenere le scuole cattoliche, scongiurando così per loro il rischio chiusura. Tuttavia non si sa se anche in futuro si potrà fare lo stesso».

(18/05/2004)

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