Sgomberi a Borgo Palazzo

Allontanati 22 extracomunitari che avevano occupato alcune case vuote, I commercianti: troppi edifici abbandonati, il Comune intervenga

Si entra da recinzioni bucate, cancelli arrugginiti, pertugi aperti nei muri scrostati. In un giardino ci sono persino un paio di pantaloni e qualche maglietta stesi al sole, ad asciugare. Ma quando entri negli edifici lo spettacolo è impressionante. Coperte sporche, sparse sul pavimento, accanto a piatti di carta lasciati lì dopo un pasto improvvisato. Pentole con avanzi di fagioli rinsecchiti accanto a bottiglie di birra, vino, grappa. Sacchi di spazzatura ed escrementi negli angoli sudici, regno delle ragnatele. Scatolette di alimenti arrugginite e ammassate qua e là. Fazzoletti sporchi ovunque, ciabatte bucate, vestiti strappati diventati stracci, sul pavimento sconnesso.

Vivevano così, almeno fino allo sgombero di qualche giorno fa, 22 extracomunitari. Dove? In pieno centro, nella zona di Borgo Palazzo. Abitavano in case vuote da anni, che nessuno si decide a ristrutturare, abbattere, riqualificare. Nella zona di Borgo Palazzo le case-rifugio per senzatetto o immigrati clandestini sono almeno cinque: una in vicolo Morla (traversa di via Borgo Palazzo, accanto all’Istituto comprensivo «Alberico da Rosciate» che ospita una scuola materna ed elementare), due in via Piatti (traversa di Borgo Palazzo di fronte a viale Pirovano), una all’inizio di via Rovelli, e una in via Vivaldi. Quest’ultima vanta un illustre passato: nota come «Casa delle Rose», per anni ha ospitato la sede dei socialisti di Bergamo. Il Comune la recupererà destinandola ad usi sociali per il quartiere, ma per ora ad utilizzarla sono stati solo i senzatetto e gli immigrati clandestini, nell’illegalità e in condizioni igieniche da spavento. Tanto che, qualche giorno fa, la polizia è dovuta intervenire per lo sgombero degli occupanti abusivi.

L’intervento, effettuato nelle prime ore di ieri mattina, ha interessato in particolare la «Casa delle Rose» di via Vivaldi, la villa «disabitata» di via Piatti 19 e l’edificio di vicolo Morla 22, accanto all’asilo e alla scuola materna. Sul posto è intervenuta la squadra Volanti della Questura, i poliziotti di quartiere di Borgo Palazzo e il Reparto prevenzione crimine: 22 le persone trovate all’interno delle case: cinque rumeni, clandestini e già colpiti da decreto d’espulsione, sono stati accompagnati alla frontiera; due nordafricani sono stati accompagnati al Centro di permanenza temporanea di Torino. Un algerino è stato arrestato per violazione della legge Bossi-Fini. Tutti gli altri, in maggioranza marocchini, erano in possesso del permesso di soggiorno: erano lì perché non avevano casa e perché, grazie al passaparola, avevano scoperto l’esistenza di case aperte e abbandonate al loro destino.

Un altro intervento della polizia alla «Casa delle Rose» risale a inizio mese. Da circa un mese e mezzo 10 persone dormivano nell’ex sede dei socialisti in via Vivaldi: nove marocchini e un palestinese, alcuni dei quali minorenni. In cinque erano in regola con il permesso di soggiorno. Altri cinque erano invece clandestini e sono stati accompagnati in Questura. Due marocchini e un palestinese, già colpiti da decreto di espulsione, erano stati accompagnati alla frontiera. Gli altri due, marocchini, sono stati espulsi.

A sollevare il problema sono soprattutto i commercianti, che temono l’avanzare del degrado: «Occorre – spiega il presidente delle Botteghe di Borgo Palazzo, Luigi Salvi – che i privati proprietari delle strutture le mettano a posto, e che il Comune snellisca le pratiche burocratiche per le autorizzazioni. La presenza di queste dimore lasciate nell’incuria, infatti, rappresenta un problema di igiene, ma anche di sicurezza. Spesso infatti gli spacciatori hanno eletto queste case diroccate a loro quartier generale. Senza contare le liti a cui abbiamo assistito, anche violente, tra gli extracomunitari che le occupano. Ne ricordo una in vicolo Morla: due nordafricani si prendevano a bastonate in giardino, in pieno giorno». E lì, in vicolo Morla, c’è solo una rete verde a separare il giardino della casa diroccata da un altro giardino: quello della scuola materna.

(22/04/2004)

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