Solidarietà, 12 euro per i bambini del Congo

Sia giorno, sia di notte, lunghe file di genitori con in braccio i loro bambini ammalati. Spesso, sono colpiti dalla malaria, che rappresenta il più grande problema sanitario della Repubblica popolare del Congo. Lo stato africano non garantisce i servizi sanitari alla popolazione. La gente è costretta a pagare tutto di tasca propria, anche il sangue delle trasfusioni. Così, porta i propri figli in ospedale quando le malattie sono in fase avanzata. È questa la situazione quotidiana nell’ospedale di Kingasani, quartiere periferico di Kinshasa, capitale dello Stato africano.

La struttura ospedaliera è gestita dalla Congregazione delle suore delle Poverelle, fondata a Bergamo nel 1869, dal Beato don Luigi Maria Palazzolo e da madre Teresa Gabrieli. Le religiose sono presenti in Congo dal 1952 e nove anni fa sei di loro hanno sacrificato la propria vita durante la terribile epidemia di ebola. Lo scorso anno, nell’ospedale di Kingasani sono state effettuate oltre diecimila donazioni di sangue, circa trenta al giorno. E per il 70% destinate a bambini sotto i quattro anni di età. Il sangue viene poi esaminato in laboratorio per eliminare quello contagiato da epatite o da aids. Nell’ospedale di Kingasani le trasfusioni hanno un costo di 5.000 franchi congolesi (pari a 12 euro), che coprono le spese per la sacca sterile, gli esami di laboratorio e i farmaci correlati. Molti le pagano con vestiti, oggetti e un po’ di manioca. Altri, in miseria, scappano appena trasfuso il sangue ponendo a rischio la vita dei loro bimbi. Molti altri, malgrado denutrizione, anemia o debolezza fisica, si sottopongono gratuitamente a trasfusioni di sangue per salvare i propri figli.

Di fronte alla drammatica situazione, la Procura missionaria delle suore delle Poverelle sta sviluppando un progetto di solidarietà, denominato «Gocce di vita» (per informazioni, contattare suor Giusi, tel. 035/389274). Si tratta di offrire un contributo di 12 euro per coprire i costi di ogni trasfusione. L’iniziativa - di cui è responsabile suor Clelia Sudiro, medico laboratorista nell’ospedale di Kingasani - si pone un duplice obiettivo: sostenere attrezzature e depositi della banca del sangue; permettere trasfusioni di sangue a basso costo.

(07/07/2004)

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