Sotto il Monte: a 51 anni dalla morte
una Messa ricorda Papa Giovanni

Il 3 giugno di 51 anni fa Papa Giovanni XXIII lasciava questa terra. E martedì 3 giugno alle 20.30 a Sotto il Monte si vivrà un momento di particolare comunione con la celebrazione eucaristica solenne presieduta dal cardinale metropolita Angelo Scola, arcivescovo di Milano.

Il 3 giugno di cinquantuno anni fa Papa Giovanni XXIII lasciava questa terra, l’anima del Papa che aveva cambiato il corso della storia della Chiesa saliva al Cielo, mentre il mondo, con il capo chinato, pregava. L’annuncio della sua morte, in seguito alla malattia che lo aveva colpito, portò tristezza e dolore.

Da quel 1963 la Chiesa ha continuato a camminare, seguendo anche il cammino da lui tracciato nella direzione dell’ecumenismo e della pace. Il 3 giugno ha segnato la fine della sua vita terrena, ma il tempo ci ha condotto fino alla gioia della sua canonizzazione nell’aprile scorso.

La data della morte di Papa Giovanni ogni anno viene celebrata nella sua terra natale e nella diocesi di Bergamo. Quest’anno, in particolare, a poco più di un mese dalla canonizzazione di Roncalli, diventa memoria particolarmente significativa.

La vita, il pontificato e la santità di Giovanni XXIII sono un dono per cui la Chiesa di Bergamo vuole rinnovare il ringraziamento a Dio. Martedì 3 giugno alle 20.30 a Sotto il Monte si vivrà un momento di particolare comunione con la celebrazione eucaristica solenne presieduta dal cardinale metropolita Angelo Scola, arcivescovo di Milano. «Tanto grande è la gioia, altrettanto la riconoscenza – scriveva il vescovo, monsignor Francesco Beschi, nella lettera che il 27 aprile, giorno della canonizzazione, ha consegnato a Papa Francesco –. Benediciamo il Signore per il dono della santità di Papa Giovanni XXIII e di Papa Giovanni Paolo II. La proclamazione di questo dono davanti alla Chiesa e al mondo alimenta la speranza che scaturisce dal Vangelo e da coloro che lo testimoniano in modo luminoso; nello stesso tempo ci sprona a ricercare, appassionatamente e con intima gioia, di raccogliere la seminagione di Vangelo che avviene attraverso i suoi testimoni e di coltivare quanto è stato seminato nella vita di ciascuno di noi, nella sua specifica vocazione e missione e nella vita di tutte le nostre comunità».

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