«Sulle corsie preferenziali
non facciamoci governare da Atb»

Si accende il dibattito sulla futura sperimentazione che Atb vorrebbe introdurre nelle vie Borgo Palazzo e Broseta nella seconda metà del 2015.

Lorenzo Carminati, esercente di via Broseta, era tra i banchi della maggioranza durante l’amministrazione Tentorio, eletto nell’omonima lista del sindaco che gli assegnò la delega al commercio di prossimità. Dopo l’annuncio della volontà di Atb di (ri)tentare l’esperimento delle corsie preferenziali in via Borgo Palazzo e Broseta ha preso carta e penna e scritto al sindaco Giorgio Gori per un excursus sulla vicenda.

«La precedente amministrazione approvò in via definitiva il Piano urbano del traffico (Put) alla fine di ottobre 2013, dal quale le controverse Corsie Preferenziali di Borgo Palazzo e via Broseta, inserite su richiesta di Atb, furono stralciate. Il documento fu commissionato alla partecipata Atb sulla base delle linee programmatiche che non contenevano indicazioni sulle già citate corsie, in quanto retaggio di un progetto vecchio, datato 1991, riproposto invano da quattro amministrazioni e dunque obsoleto, perché nel frattempo la città è cambiata».

«Giova ricordare il perché il Put giunse in Consiglio già privo di ogni riferimento alle corsie. Politicamente non erano contemplate nelle linee di mandato; tecnicamente la loro realizzazione comportava, a fronte di nessun effettivo beneficio, una serie di gravi inconvenienti perché inserite come tappo su strade ad un’unica corsia per senso di marcia, all’interno di quartieri residenziali che impedirebbero agli stessi cittadini residenti di quartieri esterni come Celadina, Borgo Palazzo, Longuelo di potersi spostare agevolmente verso il centro della città con i propri mezzi».

«Nel caso poi di via Broseta il “tappo” era proposto su un breve tratto di strada, 300 metri compreso tra i quartieri di Longuelo e Loreto, a monte dunque del parcheggio pubblico e gratuito per la sosta lunga di via Croce Rossa, trasformando di fatto Longuelo e le sue vie commerciali e residenziali in un parcheggio più o meno selvaggio e stanziale e obbligando i cittadini residenti che volessero servirsi dei servizi di Loreto, a percorrere la via Briantea, quasi 2 chilometri in più; inoltre non si teneva conto dello sbilanciamento dei flussi di traffico che lo spostamento del vecchio ospedale avrebbe provocato proprio sulla Briantea, traffico che consiste in oltre 10.000 passaggi giornalieri, e che oggi, da via Broseta, non transitano più».

«Proprio su via Broseta le riflessioni da fare, oggi, sarebbero ben altre, visto la riduzione di traffico, di servizi commerciali, di residenzialità di famiglie, l’aumento delle fasce anziane, vista la assoluta mancanza di interventi di riqualificazione urbana, a partire da piazza Risorgimento alle aiuole, ai marciapiedi. Per Borgo Palazzo la situazione se vogliamo è ancora più complessa, essendo la porta di accesso da Sud-Est affollata ad ogni ora, complice, forse, anche la mancata realizzazione della defunta Tangenziale est. A proposito di defunti, non sarebbe per nulla decoroso deviare il traffico, per effetto di pochi metri di “tappo”, su viale Pirovano….».

«Caro sindaco, non si lasci governare dalle partecipate ma, al contrario, pretenda da loro di essere innovative e logiche nei loro progetti, perché nel trasporto pubblico di innovazioni se ne vedono poche, le corse e le dimensioni degli autobus sono per i pendolari, che nonostante i bei voti, continuano ad essere iper affollati nelle ore di punta e spesso la gente si chiede se ciò sia consentito dalle leggi; il polo intermodale è alla stazione ma tutto ruota intorno a Porta Nuova facendo passare per il centro storico decine di autobus fuori luogo per dimensione e rumore; e la pubblica amministrazione che nel Duc (Distretto unico del commercio) è l’Ente capofila cosa propone o pretende dal pubblico servizio per servire l’ampia area centrale che si vuole pedonalizzare?».

«E a proposito di innovazione, in attesa che aziende tecnologiche partecipino al bando e comincino ad essere operative, vorrei ricordarle che al momento la quasi totalità delle aziende che già operano nelle cerchie cittadine sono i negozi commerciali, artigianali, di servizi, e altro. Si affretti a ripristinare almeno una parziale delega al commercio, per dare alle aziende un riferimento politico diverso dagli uffici ai quali oggi sono demandate. Magari governando oggi anche quello che già c’è, forse eviteremo in futuro di doverci trovare ad abitare in una città vuota e triste; perché una corretta visione di sviluppo della città passa attraverso quel filo sottile che unisce urbanistica, lavoro, viabilità, commercio, servizi e residenzialità; nella costante ricerca dei giusti equilibri che si ottengono solo con l’ascolto e il confronto».

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