Superlavoro per la Croce Verde
Trattati in totale nella notte 26 pazienti

È stata una notte di superlavoro anche sul fronte dei soccorsi, che ha permesso di testare la capacità di risposta a una grande emergenza sia della Croce Verde Città di Albino che dell’ospedale Papa Giovanni.

L’intervento della Croce Verde

Per l’incendio alla comunità per disabili di Fiobbio sono intervenuti 3 centri mobili di rianimazione della Croce Verde Albino
: mezzi giunti da Brusaporto, Gazzaniga, Nembro, oltre a una ambulanza di soccorso di base da Lovere per il trasferimento dei disabili nelle camere iperbariche di Niguarda e Brescia.

Qui i disabili sono stati sottoposti alle terapie necessarie per intossicazione. L’ambulanza destinata a Brescia - spiega in una nota il direttore della Croce Verde, Erik Persico - è stata scortata dall’automedica del 118 di stanza a Capriate.

È stata attivata la maxiemergenza dalla sala operativa regionale Emergenza urgenza di Bergamo, competente per territorio nelle province di Bergamo, Brescia e Sondrio.

Sono stati trattati dalla Croce Verde in tutto 25 pazienti. Per quelli che non sono stati fortunatamente trattenuti in ospedale trasferimento nella mattinata di lunedì con 14 ambulanze e 2 automediche della Croce Verde di Albino nelle comunità della provincia.

Per domare l’incendio in totale sono intervenute sei squadre di vigili del fuoco da Bergamo e Dalmine. E ancora tre ambulanze del 118 da Alzano, Gazzaniga e Casnigo, oltre ai carabinieri di Albino e 3 automediche del 118, la Croce Rossa di Alzano che si è prodigata all’interno del sistema di allerta di protezione civile.

Notte intensa all’ospedale Papa Giovanni:

All’ospedale Papa Giovanni XXIII, precisa una nota, sono stati valutati complessivamente 26 pazienti adulti, di cui 2 codici rossi e 24 codici gialli. I due codici rossi sono stati intubati, stabilizzati e trasferiti per trattamento iperbarico all’ospedale Niguarda di Milano e all’Ospedale Città di Brescia.

Dei 24 codici gialli, 16 sono stati tenuti in osservazione per sospetta intossicazione. Al momento non si ravvisano situazioni cliniche che richiedano il ricovero ed è probabile che vengano tutti dimessi a breve.

L’ospedale Papa Giovanni per far fronte all’emergenza ha attivato il cosiddetto Pemaf, il Piano di emergenza per massiccio afflusso di feriti, aggiungendo ai 7 infermieri già in servizio il Coordinatore Infermieristico, 4 infermieri e prolungato la presenza in servizio di altre due unità fino alle 3 di lunedì mattina.

In shock room invece erano al lavoro: due anestesisti-rianimatori, un medico di pronto soccorso per la gestione dei codici rossi, un medico di pronto soccorso per la gestione dei codici gialli e verdi, un tossicologo, un chirurgo, uno psichiatra e il medico reperibile della Direzione medica di presidio.

Il Pemaf è stato attivato alle 21.30 e la fase gestionale di primario inquadramento diagnostico terapeutico è terminata all’1.30 di lunedì. Al momento dell’allarme al Pronto soccorso del Papa Giovanni XXIII si trovavano in attesa di valutazione e trattamento 19 pazienti (5 codici gialli e 14 codici verdi), molti dei quali, informati della situazione, hanno preferito allontanarsi.

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