Tangenti a luci rosse
Chiesti oltre 36 anni

Oltre 36 anni di carcere sono stati chiesti dal pm Enrico Pavone al processo per le presunte tangenti a luci rosse, che sarebbero state pagate in questura in cambio di permessi di soggiorno a cittadini extracomunitari che non ne avevano i requisiti. Il pubblico ministero ha invocato condanne per 16 dei 17 imputati.
Le pene più severe sono state chieste per le quattro persone cui è contestata l’associazione per delinquere. Quattro anni e quattro mesi per l’ex questore vicario Tommaso Conti, per l’imprenditore Colombo Zucchelli (a cui, secondo il pm, andrebbero aggiunti altri 4 mesi per aver assunto nella sua impresa di Ardesio due clandestini) e per la ex compagna di Zucchelli, la romena Camelia Moisescu. Cinque anni e due mesi il pubblico ministero li ha invece invocati per l’ispettore Enzo Di Donato, all’epoca dell’inchiesta una delle colonne dell’ufficio immigrazione della questura di Bergamo. Il quinto elemento della presunta organizzazione, l’ambulante marocchino Jamal Benlemlih, di Zogno, era stato condannato a tre anni e 4 mesi in abbreviato nell’aprile di due anni fa davanti al gup Ezia Maccora.
Il pm Pavone ha invocato condanne anche per gli altri imputati, a cominciare dai due anni chiesti per Fernando Briganti, ex comandante della polizia stradale di Bergamo, accusato di frequentare night club e festini a luci rosse senza denunciare le presunte prestazioni a pagamento delle ragazze. Due anni per gli stessi motivi sono stati chiesti il poliziotto Alessio Bonelli e per il carabiniere Gianfranco Gallo. Due anni e mezzo sono stati chiesti anche per il carabiniere Carmelo Trifilò, perché – secondo l’accusa – oltre ad aver frequentato le ragazze dei night di Albino e Vertova, si sarebbe reso responsabile di peculato.

(05/05/2008)

© RIPRODUZIONE RISERVATA