Tangenti Anas, la procura di Milano chiede il rinvio a giudizio di 58 persone e di 13 società

«Illegalità diffuse e consolidate e non solo a livello di compartimento Anas di Milano» e «decine di episodi corruttivi» con meccanismi piuttosto collaudati «di spartizione delle tangenti tra i pubblici dipendenti», avvenute tra il giugno del ’99 e il marzo del 2003. Accuse pesanti, in base alle quali la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio di 58 persone fisiche, tra ex dipendenti Anas e imprenditori, e di 13 società «colpevoli» di non aver adottato «modelli organizzativi» per prevenire gli illeciti.

Alle accuse di corruzione si aggiungono la turbativa di gare pubbliche e le truffe aggravate.

Tra i personaggi principali l’ex capo dipartimento Anas di Milano, Maurizio Maurizi che, secondo l’accusa, era solito ricevere denaro o altro (anche un orologio da 10 milioni con la dedica «da un amico romano») per approvare i verbali di assegnazione dei lavori con la procedura della «somma urgenza» anche quando non ricorrevano i presupposti. Così non si era costretti a seguire le normali procedure che avrebbero potuto concludersi con l’aggiudicazione a un’impresa diversa.

Poi l’ex dirigente amministrativo del compatimento Anas di Milano, Ettore Dardano, che avrebbe truccato i dati delle gare in modo da renderle accessibili a un numero limitato di partecipanti, in cambio di denaro (accertati 120 mila euro dei 350 mila che gli erano stati promessi). Tangenti in buona parte confessate dagli imprenditori arrestati o posti agli arresti domiciliari nei mesi scorsi ed emerse dalle numerose intercettazioni telefoniche, ambientali e da riprese filmate curate dai carabinieri del NOE (Nucleo Operativo Ecologico).

I lavori truccati erano un pò ovunque nel Nord Italia: Lecco, Como, Peschiera Borromeo, lungo la statale dello Stelvio; c’e anche il raccordo stradale Seriate, Nembro, Albino, Gazzaniga nel Bergamasco. Appalti di diverso importo e di diversa natura: rifacimento del manto stradale, materiale elettrotecnico, riparazione dei danni causati da alluvioni. Le 13 società per cui è stato richiesto il rinvio a giudizio per l’illecito amministrativo previsto dalla legge 231 del 2001, unitamente ai loro legali rappresentanti sono: Almar Elettronica srl di Como, Beton Villa spa di Merate (Lecco), Cidieffe Costruzioni, sempre nel Lecchese, Compagnoni Barbara srl di Bormio (Sondrio), Ics Imprese Crisafulli Strade (Milano), Impresa Cavalleri Ottavio di Dalmine, Italstrade sas (Genova), Kopa Engineering (Torino), Liscidini Costruzioni di Teglio (Sondrio), Sices spa di Brescia, Soimet sas, nel Milanese, Spada Strade, nel Pavese, Te-Si di Como.

L’Anas, parte offesa nell’inchiesta, da parte sua ha annunciato che si costituirà parte civile durante l’udienza preliminare che sarà fissata nei prossimi giorni dal gup di Milano Nicola Clivo.

(22/12/2004)

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