«Tentorio, basta lamentarsi»
tra immobilismo e opere fantasma

Immobilismo, inerzia e il «solito ritornello» del Patto di stabilità. Le opposizioni vanno all’attacco, nel mirino il bilancio di fine mandato del sindaco. Toni decisi quelli delle minoranze, la campagna elettorale è già entrata ampiamente nel vivo.

Immobilismo, inerzia e il «solito ritornello» del Patto di stabilità. Le opposizioni vanno all’attacco, nel mirino il bilancio di fine mandato del sindaco. Toni decisi quelli delle minoranze, la campagna elettorale è già entrata ampiamente nel vivo. «Non è possibile invocare sempre i vincoli del Patto di stabilità e la crisi come alibi per giustificare le troppe cose non fatte. A differenza di quanto afferma Tentorio, il suo operato è ben lungi dall’essere miracoloso, anzi» afferma Nadia Ghisalberti, capogruppo di Patto civico.

Anche il Pd non fa sconti all’amministrazione di centrodestra. «Tentorio non è stato forte neppure nel suo campo elettivo, il bilancio – sottolinea il capogruppo Sergio Gandi –. Il refrain di aver mantenuto tutti i servizi e i conti in ordine senza aumentare le tasse è vero fino ad un certo punto».

Secondo Gandi si poteva fare di più su tre fronti: revisione della spesa, entrate e investimenti. «Secondo noi – spiega – si può recuperare un milione di euro all’anno in più attraverso una revisione più oculata della spesa, una strada faticosa, impegnativa ma percorribile. Per quanto riguarda le entrate, i vincoli del Patto ci sono per tutti, ma questa Giunta non ha fatto nessuno sforzo per trovare fondi alternativi. Per esempio in cinque anni non si è partecipato a nessun bando europeo». Si poteva fare di più anche sugli investimenti. «Sono stati ridotti di oltre il 40 per cento, nessuno ha fatto così male, la media nazionale è del 28».

Le opere sono il tasto dolente per le opposizioni. «Una lista di opere immaginarie, molte della quali nemmeno iniziate e le restanti solo abbozzate, e per giunta male» chiosa la Ghisalberti. Che aggiunge: «L’unica opera che può davvero vantare quest’amministrazione è il piazzale della stazione, realizzato senza una progettazione all’altezza della sua funzione ovvero quella di “ingresso” alla città. Anche questa è l’ennesima occasione sprecata: ogni quanti anni Bergamo può permettersi di progettare e realizzare un nuovo piazzale? In tempi di poche risorse, averne sprecate per un’opera mal realizzata non è accettabile».

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