Terza linea Rea e rifiuti dal Sud
La Regione prepara le barricate

Claudia Terzi ammette di essere sobbalzata sulla sedia. Dopo anni di battaglia, prima da sindaco e poi da assessore regionale, per stoppare qualsiasi ampliamento dell’inceneritore di Dalmine, ora a spianare la strada alla terza linea della Rea ci si metterebbe il governo Renzi, d’emblée.

Claudia Terzi ammette di essere sobbalzata sulla sedia, quando ha letto l’articolo 35 del decreto «Sblocca Italia». Dopo anni di battaglia, prima da sindaco e poi da assessore regionale, per stoppare qualsiasi ampliamento dell’inceneritore di Dalmine, ora a spianare la strada alla terza linea della Rea ci si metterebbe il governo Renzi, d’emblée. Di più: l’esecutivo ripristina la libera circolazione dei rifiuti sul territorio nazionale (e quindi da Sud a Nord), un vero anatema per la Lega, da sempre sostenitrice dei «rifiuti a casa loro», che quindi annuncia le barricate.

Secondo l’interpretazione della Regione, infatti, tra le pieghe delle «misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive» - approvate a Roma il 12 settembre e il cui testo è stato pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale - ci sarebbe la scorciatoia anche per potenziare l’impianto bergamasco. Di fatto il provvedimento del governo «svuoterebbe» il principio cardine del piano rifiuti della Lombardia (in vigore dall’estate scorsa e preceduto da una moratoria), che, basandosi sul concetto di «bacino regionale», afferma che in Lombardia nuovi inceneritori o l’ampliamento di quelli esistenti non servono per smaltire i soli rifiuti prodotti sul territorio lombardo e anzi prevede lo smantellamento degli impianti obsoleti. Il provvedimento del governo, invece, ripristina una rete nazionale, dando il via libera, quindi, alla circolazione dei rifiuti.

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