Torre de’ Busi ritorna a Bergamo
Ma la Camera rinvia (ancora) la seduta

La rabbia del sindaco e del Comitato I parlamentari assicurano che il voto definitivo sarà giovedì sera, ma non c’è ancora nulla di certo.

Due rinvii nel giro di due giorni consecutivi e il termine della legislatura che si fa minacciosamente sempre più vicino: i cittadini di Torre de’ Busi torneranno sotto la Provincia di Bergamo solo al fotofinish, sempre che non insorgano ostacoli tali da vanificare l’impegno di mesi da parte di comitato, cittadini, amministratori locali e politici del territorio. Lo rivela oggi La Provincia di Lecco.

In paese da qualche giorno si respira un’atmosfera frustrata che tende all’arrabbiato. Dopo un iter spedito, che ha permesso di bruciare le tappe (dalla raccolta di oltre 900 firme tra i cittadini alla delibera in consiglio comunale, fino al passaggio in Provincia a Bergamo e a quello in Regione, superati con slancio come pure la tappa in Senato), la pratica si è arenata alla Camera, in attesa dell’ok della Commissione. Dopo diversi mesi, il cambio circoscrizionale era stato calendarizzato per martedì; poi il rinvio a mercoledì, quindi, il nuovo slittamento a giovedì 21 dicembre o, al più tardi, a venerdì 22. Un balletto che sta veramente infastidendo i torrebusini, a partire dai membri del Comitato Tutela Territorio, che si sono fatti per primi portavoce del sentire comune del paese avviando la petizione per il ritorno sotto Bergamo.

«Cominciamo ad essere un po’ arrabbiati – ha ammesso ieri Sara Beloli, presidente del Comitato che parla di presa in giro -. Da ieri è slittato ad oggi. Da oggi a domani o addirittura al 22. La nostra non vuole essere una pretesa, ma sono 6 mesi che il Senato ha approvato. Questo è un nostro diritto, perché sarebbe assurdo buttare all’aria tutto per una mancanza di chi siede a Roma. La loro è una responsabilità verso i cittadini». Anche il sindaco Eleonora Ninkovic, che in questi ultimi due anni si è spesa in modo importante su questa partita, sta seguendo la vicenda con apprensione e non poco fastidio. «Stiamo perdendo la fiducia e sta salendo il malumore – ha ribadito -: questa cosa non verrà digerita facilmente. Se nel 1992 (il passaggio imposto da Bergamo a Lecco, ndr.) è rimasto 25 anni impresso nei cittadini, a Roma pensino a come verrebbe colto l’eventuale azzeramento dell’iter parlamentare, tanto più in vista delle elezioni. Noi qui ci abbiamo creduto e ci abbiamo lavorato». Dai parlamentari bergamaschi, ieri la Ninkovic ha ricevuto rassicurazioni che la votazione avrà luogo nella serata di giovedì al termine dei lavori dell’Aula. Ma non c’è ancora niente di certo.

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