Tra i campi di mais col fucile
Caravaggio, è caccia alle nutrie

Tutti i giorni si sposta nei suoi campi di mais con il fucile in spalla pronto a sparare se sulle sponde dei canali irrigui vede qualche movimento. A Caravaggio è guerra aperta alle nutrie.

Tutti i giorni si sposta nei suoi campi di mais con il fucile in spalla pronto a sparare se sulle sponde dei canali irrigui vede qualche movimento.

È una vera e propria guerra «di quartiere» quella cheLuigi Parapini, 59 anni, di Caravaggio, titolare insieme al cugino della società agricola Cascina Fontanello, sta combattendo da poco più di due mesi sulla sua proprietà di circa mille pertiche. Una guerra che ha come nemico le nutrie che, soprattutto nelle ore notturne, escono dalle tane scavate lunghe le sponde dei canali per raggiungere i campi ati coltivati a mais di cui si cibano.

Difficile capire le proporzioni del problema per chi non lo vive sulla sua pelle come Parapini e altri coltivatori della Bassa, luogo dove le nutrie, che appartengo alla famiglia dei roditori, proliferano e continuano a riprodursi grazie all’abbondanza d’acqua. Basta, però, aggirarsi per i campi dell’agricoltore per capirlo: ci sono zone dove si vedono file e file di piante di mais tranciate dalle nutrie i cui denti, a quando si è potuto vedere da alcuni esemplari morti, possono arrivare a una lunghezza di circa 3 centimetri. Questo fatto si traduce per Parapini in un calo della produzione e, ovviamente, del guadagno.

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