Traffico di cuccioli dalla Romania
Banda ko, un arresto a Caprino

La Guardia di Finanza di Trieste ha eseguito 10 provvedimenti cautelari nei confronti di altrettante persone, componenti di una associazione a delinquere dedita al traffico internazionale di animali da compagnia. Un arresto anche a Caprino.

La Guardia di Finanza di Trieste ha eseguito 10 provvedimenti cautelari nei confronti di altrettante persone, componenti di una associazione a delinquere dedita al traffico internazionale di animali da compagnia. Altre 11 persone sono indagate a vario titolo.

Le indagini sono iniziate un anno fa dopo il fermo di un autocarro proveniente dalla Romania dove erano stipati, in cartoni nascosti tra i bagagli, in condizioni di estrema precarietà, 12 cuccioli di cane, passaporti per animali e certificazioni sanitarie false. Le investigazioni , condotte dal Gruppo di Trieste coordinato dal pm di Trieste Maddalena Chergia, hanno consentito ai finanzieri di individuare una banda dedita alla commercializzazione illegale di cani dall’Est Europa ed operante su tutto il territorio nazionale.

Delle 10 persone, sette, tutte rumene, sono in carcere; una è agli arresti domiciliari e due hanno obbligo di firma. La «mente» dell’organizzazione era un rumeno, conosciuto come «Capone». Tra gli indagati, i referenti italiani, originari della Lombardia e del Piemonte, che, una volta ricevuti i cuccioli, li facevano figurare come allevati nel nostro Paese.

I malviventi usavano annunci pubblicati sui siti internet (quali E-Bay, Subito.it e Kijiji) per attirare i clienti. I cani venivano fatti nascere in Romania, pagati pochi euro, strappati alle madri dopo pochi giorni di vita, stipati in gabbie strettissime, occultati anche negli spazi adibiti alla ruota di scorta. In alcuni casi i cuccioli morivano per malattie congenite, per infezioni oppure a causa dello stress per le troppe ore di viaggio affrontate in condizioni proibitive.

Le Fiamme gialle hanno contestato l’associazione per delinquere, vari delitti in materia di falsificazione di documentazione, frode in commercio, truffa, maltrattamento di animali e traffico illecito di animali da compagnia. La consegna dei cani avveniva ai caselli autostradali o con consegne a domicilio (con sovrapprezzo). La GdF ha effettuato decine di perquisizioni in Lombardia e Piemonte con la collaborazione dei colleghi del Gruppo di Brescia, del Gruppo di Bergamo (da segnalare un arresto a Caprino), della Compagnia di Biella e della Tenenza di Desenzano sul Garda. Individuati due allevamenti abusivi.

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