Tragedia che lascia senza parole
Paese sotto choc per le tre sorelline

Un mazzo di fiori bianchi, composto da margherite e gigli, è stato posato stamane sul banco vuoto di Simona Dobrushi, la 13enne uccisa a coltellate dalla madre di 37 anni assieme alle sorelline di 10 e 3 anni nella notte tra sabato 8 e domenica 9 marzo nel Lecchese.

Un mazzo di fiori bianchi, composto da margherite e gigli, è stato posato stamane sul banco vuoto di Simona Dobrushi, la 13enne che frequentava la terza media nella scuola di Maggianico di Lecco e che è stata uccisa a coltellate dalla madre di 37 anni assieme alle sorelline di 10 e 3 anni nella notte tra sabato 8 e domenica 9 marzo.

«Questa è una tragedia che lascia tutti senza parole. Il dovere della scuola è ora quello di tutelare la memoria delle piccole vittime»: sono parole di Giampiero Grasso, il dirigente delle scuole dei rioni Chiuso e Maggianico di Lecco, quelle frequentate dalle bimbe.

La città si è risvegliata ancora in preda all’orrore per quanto accaduto domenica 9 marzo, quando una mamma di origine albanese, Edlira Dobrushi, di 37 anni, ha ucciso a coltellate le sue tre figliole, Simona Dobrushi, che frequentava la terza media, Keisi, la quinta elementare, e la piccola Sidny, il primo anno d’asilo.

«Quando mi hanno avvisato - ha aggiunto il dirigente

scolastico - ho sentito il mondo cadere». Oggi nelle scuole che piangono le giovani vittime è il giorno del dolore. La ragazzina più grande frequentava la media di via Puccini a Maggianico e stava preparando gli esami di terza media. Una ragazzina motivata, volonterosa e legata alle sue sorelle. L’altra bambina era in quinta e a settembre avrebbe frequentato la prima media.

«Conosco bene la madre - ricorda il dirigente scolastico -. Una persona che teneva tanto all’educazione delle figlie. Era presente e attenta soprattutto alla ragazzina più grande, in età adolescenziale. Le avevo parlato poco tempo fa. Mai e poi mai avremmo pensato a una tragedia come questa». “Ora dovremo cercare di affrontare l’argomento - ha detto ancora il preside - stando il più possibile attenti alla sensibilità dei bambini. Non sarà facile».

A poche centinaia di metri dall’abitazione in cui ieri si è consumato il triplice omicidio delle sorelle Dobrushi, sorge il centro Assalam di Chiuso, punto di riferimento per i musulmani della zona. Il responsabile del centro, Samti, ha avuto parole di grande cordoglio per le vittime: «Quanto è accaduto è straziante, non riusciamo a capire. Non conoscevo la signora e la sua famiglia». «Mi dicono che sia di religione musulmana ma non frequentava il nostro centro - ha aggiunto -. Non so, magari se fosse venuta da noi, forse condividendo i problemi, avremmo potuto aiutarla. La cura di Dio aiuta ad affrontare anche i casi più complicati della nostra esistenza. Dico questo non solo per la religione musulmana ma anche per quella cristiana. Mi spiace moltissimo per quanto successo, non so darmi spiegazioni»

Le salme delle tre sorelle uccise dalla madre a Lecco, Simona, di 13 anni, Keisi, di 10 e Sidnei di 3, una volta espletati tutti gli esami di legge, secondo quanto si è potuto apprendere, potrebbero essere riportare nel paese natale dei genitori, l’Albania. Questo, almeno, sembra essere l’orientamento dei familiari, che però dovranno attendere ancora in considerazione del fatto che al momento non sono nemmeno stati affidati gli incarichi ai medici legali per gli esami autoptici. I carabinieri oggi sentiranno il padre, rientrato nella tarda serata di ieri a Lecco dall’Albania, dove si era recato la sera prima della tragedia che ha distrutto la sua famiglia.

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