Trenord «minaccia» i dipendenti
Legambiente: la verità non si nasconde

Trenord ha inviato una lettera ai suoi dipendenti invitandoli a non diffondere alla stampa informazioni riservate. Legambiente, che ha diffuso la notizia della lettera, interviene nell’argomento sottolineando che Trenord non è un’azienda privata e dunque, a maggior regione, non può tenere verità nascoste.

Questa la lettera inviata da Trenord a tutti i suoi dipendenti. «Sono stati recentemente pubblicati, da organi di stampa, documenti aziendali contenenti informazioni riservate e rilevanti, la cui divulgazione pregiudica gli interessi dell’azienda e può indurre a ritenere che l’Azienda stessa non ponga la dovuta attenzione alle attività proprie, peraltro su temi attinenti anche alla sicurezza ferroviaria».

«Qualora tale divulgazione fosse opera di dipendenti costituirebbe un atto ancor più grave soprattutto in relazione agli obblighi di riservatezza nascenti dal rapporto di lavoro, inclusi i divieti di fornire a terzi informazioni riservate che possano essere utilizzate con pregiudizio degli interessi dell’azienda, a cui tutto il personale aziendale deve attenersi».

«Si diffida pertanto tutto il personale a divulgare qualsiasi documento aziendale e si ricorda che eventuali violazioni saranno perseguite sia in via disciplinare (ex art. Art.56 comma 1 e 2, lett.g CCNL AF e Art.2.9 del Codice Etico Trenord) che in via risarcitoria civile e penale». «Si raccomanda a tutti la massima attenzione al fine di garantire la non divulgazione e la riservatezza dei documenti aziendali».

Questa la posizione di Legambiente. «Trenord non è un’azienda privata che deve difendersi dalla concorrenza. Quella inviata in questi giorni a tutti i dipendenti di Trenord è una Lettera intimidatoria per tener nascoste le pesanti inefficienze di una azienda in costante crisi gestionale. Quelle verità che si vorrebbero tenere nascoste sono Inefficienze che pagano due volte i pendolari, sia come viaggiatori insoddisfatti del servizio, ritardi soppressioni e saune estive non si contano, che come contribuenti».

«La totale proprietà pubblica di Trenord (50% Regione e 50 gruppo Fs) non autorizza la dirigenza a sottrarsi al controllo pubblico che se non viene esercitato dagli azionisti deve poter essere esercitato dai dipendenti rendendo pubblici dati e statistiche che i controllori e proprietari, Regione e FS si badano bene dal rendere pubblici. Un’azienda pubblica, la cui attività è regolata da un contratto di servizio siglato con la Regione Lombardia e che utilizza i contributi statali per svolgere un servizio pubblico non può nascondere i dati che la riguardano né tanto meno occultare magagne sperando di farla franca. Le recenti indagini sugli illeciti del presidente di Ferrovie Nord Milano Achille suggerirebbero un contributo di istituzione regionale, consiglio di amministrazione, manager e personale alla trasparenza amministrativa ed organizzativa».

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