Mancava solo la data e ora c’è. Il 13 aprile, a Trescore, ci sarà un doppio voto. I cittadini non solo saranno chiamati alle urne per le elezioni politiche, ma anche per il cambio di denominazione del loro paese, da Balneario a Terme. Un referendum consultivo atteso da tempo. Dopo il via libera di Consiglio comunale e regionale (gli ultimi passaggi risalgono all’anno scorso), era rimasta in sospeso la definizione del giorno. Ieri la Regione ha accolto la richiesta del Comune di Trescore di accorpare Politiche e referendum.
«Abbiamo fatto il possibile per unificare la data - spiega il sindaco Alberto Finazzi, leghista a capo della lista civica "Viviamo Trescore" - soprattutto per una questione di risparmio». E in tempi in cui la spesa pubblica è nel mirino, anche la Regione, dopo una prima resistenza, si è convinta dell’utilità della soluzione. Inizialmente si era indicato un periodo approssimativo (aprile), poi la scelta del Comune era caduta sul ponte del 27 («Per limitare al massimo l’interruzione della scuola, per l’allestimento dei seggi»), infine, visto le dimissioni del governo e le elezioni anticipate, l’idea. «Abbiamo cercato di far cadere in concomitanza Politiche e referendum, per contenere i costi. E la Regione ha accolto la richiesta, grazie anche all’intervento del consigliere regionale Giosuè Frosio (Lega)».
Frosio, infatti, interpellato da Finazzi, si è subito mobilitato, scrivendo al presidente Roberto Formigoni per sottoporgli la proposta. Frosio che già nel 2004, allora sindaco di Sant’Omobono, era stato protagonista del referendum per il cambiamento del nome del centro valdimagnino da Imagna a Terme. «Sono più che soddisfatto della risposta positiva, giunta anche velocemente - commenta il consigliere leghista -. Soprattutto in questo periodo c’è bisogno di dare esempi di risparmio della spesa pubblica; e poi era assurdo che i cittadini di Trescore tornassero a votare due-tre settimane dopo le Politiche».
L’Election day permetterà anche un’affluenza maggiore. «Per questo tipo di referendum - aggiunge il primo cittadino - non è richiesto il quorum. Un conto è però fare passare il "sì" o il "no" al cambio della denominazione con un 25-30%, che si sarebbe ottenuto se il referendum si fosse fatto a parte. Un conto è il 70-80%, l’affluenza media di Trescore alle Politiche. Unificare la data ci permette anche la massima consultazione e la massima democraticità del risultato».
Il 13 aprile, quindi, in un modo o nell’altro si concluderà un iter partito ormai da almeno quattro anni. «Da quando ci siamo insediati - ricorda infatti Finazzi - ci siamo battuti per il cambio di nome da Trescore Balneario a Trescore Terme. Pensiamo che la denominazione "Terme" possa essere un’opportunità per far crescere l’indotto turistico. Oggi chi transita per Trescore non ne individua immediatamente la peculiarità, legge Balneario e si chiede: ci sarà il lago o la spiaggia? Con il nome "Terme" si dà un’indicazione più precisa che invoglia maggiormente a fermarsi».(16/02/2008)
© RIPRODUZIONE RISERVATA