Uccise Carol Maltesi: «Provo un’enorme sofferenza»

IL PROCESSO. In Corte d’Assise ieri ha parlato il 43enne reo confesso del delitto: i resti della 26enne furono trovati in Val Camonica.

Parola alla difesa nel processo davanti alla Corte d’Assise di Busto Arsizio a carico di Davide Fontana, il 43enne accusato di aver ucciso e fatto a pezzi Carol Maltesi, la 26enne di Rescaldina, in provincia di Milano, sua vicina di casa, con la quale aveva avuto una relazione, nel gennaio 2022.

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Secondo la Procura, il bancario avrebbe premeditato il delitto della giovane diventata famosa grazie a Onlyfans, intrappolando Carol nelle riprese di un video hard, fingendosi un cliente. Per questo la scorsa udienza ha chiesto una condanna all’ergastolo con isolamento diurno per due anni. Secondo gli avvocati Stefano Paloschi e Giulia Ruggeri sarebbe stato un delitto d’impeto, perché assassino e vittima avevano già preso accordi per altri video. Da qui la richiesta del venir meno della premeditazione. Fontana è reo confesso e l’omicidio non è in discussione. Ma le aggravanti, che potrebbero fare la differenza tra un ergastolo o no, sono state al centro del lungo intervento dei due legali. Ammessa la minorata difesa, i difensori hanno puntato a smontare le aggravanti: oltre alla premeditazione, le sevizie e gli abbietti motivi. I difensori, che hanno descritto Fontana come «una sorta di cavalier servente di Maltesi e non di un uomo ossessionato», hanno inoltre chiesto il riconoscimento delle attenuanti generiche in base al fatto che l’imputato, dopo aver confessato, ha anche collaborato.

L’imputato, che dopo aver ucciso Carol aveva disperso pezzi di cadavere in una scarpata a Borno, in alta Val Camonica, ieri parlato in aula. «So di poter sembrare parecchio distaccato e controllato, provo un’enorme sofferenza ogni giorno», ha detto –, sono pentito per quello che ho fatto e non so se riuscirò mai a perdonarmi. Voglio chiedere scusa a tutti, in particolare ai familiari di Carol e a suo figlio».

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